Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Dogane Monopoli

Dogane - La corsa alle scialuppe

Roma,

USB non firma l’accordo stralcio sul Fondo 2011 delle Dogane

Giovedì è stato firmato un accordo stralcio sul Fondo 2011 che, una volta approvato dagli organi di controllo, svincolerà le risorse destinate al salario accessorio attualmente disponibili, quelle certe.

Le restanti si è soliti chiamarle variabili, in quanto subiscono l’incertezza dei tempi e degli importi del c. 165 e le disastrose conseguenze che questa modalità di finanziare le risorse ha sulla contrattazione integrativa.

Una scelta poteva essere quella di dare a tutti un acconto su tutte le voci, compresa la produttività collettiva. Un’altra poteva essere quella di pagare alcune posizioni particolari per intero e  far aspettare tutti gli altri.

Quest’ultima è la scelta che l’Agenzia e i sindacati  che hanno firmato l’accordo hanno fatto. Quindi posizioni organizzative e incarichi di responsabilità, messi incomprensibilmente a carico delle risorse fisse nel CCNI, saranno liquidati per intero.

Se avessimo la certezza che non ci saranno tagli alle altre risorse saremmo stati in ogni caso contrari ad imputare queste voci di spesa a risorse fisse e ricorrenti, che per noi devono essere destinate prioritariamente a nuovi sviluppi economici, ma non avendone ci potrebbero essere  conseguenze ancora più significative: se ci saranno dei tagli non potranno essere spalmati su tutte le voci del Fondo in quanto alcune posizioni sono già state “messe in salvo” da chi affronta i problemi del salario dei lavoratori per posizioni particolari.

Agenzia e OO.SS firmatarie hanno così stabilito che in Dogana la difesa del reddito parte dalle posizioni apicali, se poi le risorse scarseggeranno il problema sarà di tutti gli altri.

Un approccio che riflette quello più generale che ha portato le stesse sigle a firmare l’accordo del 3 maggio presso la Funzione Pubblica, che ha di fatto dato il via libera alle “razionalizzazioni” e alle “riorganizzazioni” nella P.A., parole che anche alla visione politica più miope sarebbero dovute apparire come apripista della stagione della spending review e dei tagli, il vero obiettivo del governo.

Invece di essere rigettate al mittente, sono state accettate in cambio di un improbabile coinvolgimento delle OO.SS., che con questo approccio è facile immaginare chi proveranno a salvare e su chi scaricheranno il peso dei tagli.

Scarica l'accordo in fondo alla pagina.