E’ appena arrivata l’ufficialità dell’imminente stipula dei contratti ai vincitori del concorso dalla seconda alla terza area.
Ricordiamo che l’inquadramento economico era impedito dall’art. 9 del dl 78/2010, ma una recente disposizione contenuta nel cosiddetto “milleproroghe” ha sbloccato la situazione prorogando la possibilità di attingere dai residui di uno stanziamento della Finanziaria che ci ha consentito le ultime assunzioni.
Nell’esprimere soddisfazione per il positivo esito della vicenda e fare gli auguri ai colleghi vincitori di trovare nuovi stimoli e soddisfazioni professionali dal nuovo inquadramento, vogliamo già pensare al futuro, ovvero a creare i presupposti perché questa non rimanga un'operazione isolata, ma si inserisca in una più ampia operazione di sviluppo professionale e di respiro per l’organico dell’Agenzia, pesantemente colpito dalle politiche sul turn-over.
I residui di quello stanziamento ne sono l’opportunità. Il costo dei passaggi di area, trattandosi di un differenziale fra quello che si percepisce e quello che si percepirà, è alquanto basso. Ci sono quindi i margini per ulteriori passaggi dalla seconda alla terza area e per nuove assunzioni che, in considerazione del fatto che ultimamente si è assunto principalmente in terza area, dovranno secondo noi essere effettuate in seconda area per garantire un necessario e fisiologico ricambio generazionale e infine per una nuova procedura di passaggio dalla prima alla seconda area.
È un’opportunità da sfruttare, pur essendo consapevoli che il contenuto del “mille proroghe” ha una portata parziale e circoscritta nel tempo e che gli ostacoli normativi ad una corretta politica del personale non sono stati affatto rimossi. Da subito abbiamo considerato il problema del divieto di inquadramento economico nel più ampio contesto di blocco dei contratti, di tetto salariale (al 2010), di previsione (d.lgs 150/2009) che i passaggi verticali avvengano con concorso esterno mentre vige un regime di sostanziale blocco delle assunzioni, di improduttività per legge delle fasce brunettiane. Per questo abbiamo lanciato una raccolta di firme che chiedeva di rimuovere gli ostacoli normativi posti da chi ha avuto, e ancora ha, un approccio col pubblico impiego esclusivamente punitivo e ideologico, come un costo da cancellare piuttosto che una risorsa da valorizzare.
USB continuerà a contrastare le politiche del lavoro basate sulla falsa meritocrazia, sui tagli salariali e di organico, sulle privatizzazioni. Oggi è più che mai necessario, anche in vista del rinnovo delle RSU, dichiarare apertamente da che parte stanno i sindacati: non si può stare, al tempo stesso, dalla parte di Brunetta&Monti e dalla parte dei lavoratori. Noi di USB abbiamo scelto da molto tempo quale campo occupare.
Sappiamo che una politica sindacale può essere efficace solo se sostenuta dai Lavoratori che, schierandosi, hanno in mano il potere, spesso da loro stessi sottovalutato, di cambiare le cose a loro favore.
Il 27 gennaio USB ha scelto di scendere in piazza. Lo sciopero generale è un’occasione per schierarsi. Sostenere le liste USB, per il rinnovo delle RSU il 5, 6 e 7 marzo, è un'altra occasione per schierarsi. A ben vedere... le occasioni non mancano. Basta saperle cogliere!
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