Nel 1998 il Demanio ha affidato alla Biblioteca Nazionale Braidense, (che riveste un interesse storico rilevantissimo per la città di Milano e a livello nazionale per il valore delle raccolte possedute), l’ex Cavallerizza di Radetzky, immobile di rilevante interesse culturale anche a causa del suo riferimento con la storia politica e militare del Risorgimento Italiano, (ospitava cavalli e magazzini ai tempi del ritorno del Maresciallo Radetzky a Milano nel 1848).L’immobile si trova a Milano in via Foldi n.2 (zona cinque giornate, corso 22 marzo).
Il Ministero ha finanziato interamente, a partire dal 2003, un intervento di restauro e riqualificazione funzionale, denominato ”Intervento per il recupero strutturale, impiantistico e funzionale dell’edificio al precipuo fine di soddisfare le esigenze della Biblioteca Nazionale Braidense”, costato complessivamente circa 7 milioni di euro. I lavori sono terminati da qualche mese, la superficie oggi utilizzabile è complessivamente pari a 6.500 metri quadri.
La Direzione Regionale per i Beni Culturali della Lombardia, la Direzione della Biblioteca Braidense, con l’adesione della competente Direzione Generale del Ministero, ha stipulato un accordo di valorizzazione, da inquadrarsi nell’ambito dell’art.122 comma 9 del Codice dei Beni Culturali, con il FAI (Fondo Ambiente Italiano) che nelle intenzioni avrebbe dovuto garantire una più ampia e completa fruizione degli spazi dell’ex Cavallerizza.
In realtà, l’immobile ospiterà l’archivio del materiale librario periodico della Biblioteca Nazionale Braidense, che non potrà, quindi, essere visibile in quel sito, per circa 2.350 metri quadri; mentre la restante parte dell’immobile verrà assegnata al FAI, che vi insedierà i propri uffici di Milano.
Ricordiamo che il pubblico della biblioteca sarà privato del progetto di una grande emeroteca sul territorio cittadino, ad oggi gli studiosi hanno la disponibilità di visionare tale materiale solo con prenotazione non giornaliera e questo sarà quello che avranno anche dopo questo accordo.
La scelta di stipulare un simile accordo mal si concilia con la fame di spazi che l’Amministrazione dei Beni Culturali vive a Milano, in cui in questo momento affronta il dramma della Grande Brera, ristruttura Palazzo Litta per ospitare i propri uffici ed è gravata da affitti per centinaia di migliaia di euro.
Mercoledì 19 ottobre gli Istituti dei Beni Culturali di Milano chiudono al pubblico per denunciare un altro tentativo di svendita del patrimonio pubblico e si ritroveranno in presidio di protesta presso la sede della Direzione Regionale della Lombardia, in corso Magenta n. 24 dalle ore 11.
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