Il mese di giugno si è aperto con una dichiarazione della Commissione UE che, c’impone come categoria, un’articolata riflessione. In sostanza viene rivolto un invito agli Stati membri affinché non siano troppo rigidi nel rispetto delle regole, e quindi non ostacolino i tentativi di saccheggio che le multinazionali vogliono svilupparei. Ma vediamo l’evoluzione di alcuni fatti e quanto il consiglio potrebbe riguardarci da vicino. Ad agosto 2015 UBER liquida la responsabile italiana Benedetta Arese Lucini, anche a seguito di una cena indigesta in Piazza Sant’Ignazio a Roma, il suo incarico viene assegnato al Sig. Carlo Tursi che già nelle prime dichiarazioni tiene un “basso profilo” (almeno all’apparenza), probabilmente la scelta aziendale è di cambiare marcia convinti che un certo tipo di approccio, abbia fatto il suo tempo. Ora si sviluppano attività più “nascoste”, trasversali. La prima uscita è a settembre, quando alcuni emissari della multinazionale fanno un “tour “ nelle redazioni dei principali organi d’informazione a Roma, per concluderlo a Largo del Nazareno (la sede del PD). Insieme a Carlo Tursi (U-Italia), ci sono per l’occasione: Mark MacGann (il responsabile di Uber per Europa, Medio Oriente e Africa)e David Plouffe (lo stratega della rielezione di Obama alla Casa Bianca, divenuto consulente aziendale per Uber). Differentemente dalle loro aspettative però, all’uscita dal Politburo Renziano ad attenderli c’era, per fortuna, un’organizzata contestazione da parte di alcuni tassisti romani, che hanno reso vane tutte le accortezze messe in campo per mantenere segreta la visita. A gennaio di quest’anno prende il via un nuovo restyling aziendale, questa volta è la testa di Mark MacGann, a cadere. La scelta del suo rimpiazzo cade curiosamente niente meno che sulla Sig.ra Neelie Kroes, che con grande disinvoltura passa dalla poltrona di Commissario Europeo Antitrust a quella appunto di Dirigente di Uber. Ma non finisce l’opera di rinnovamento, David Plouffe viene promosso nel Consiglio d’Amministrazione e il suo incarico è trasferito alla Sig.ra Rachel Whetstone, esperta di strategie commerciali di Google, il ruolo che assume in UBER è Vice Presidente “policy and communications”. Insomma chi subentra non è certo un novellino. Certo verrebbe da sollevare qualche dubbio sull’etica di una scelta come quella della Sig.ra Neelie Kroes, un responsabile europeo che passa da controllore a consigliere …. Se a questo aggiungiamo la notizia dell’investimento del fondo sovrano dell’Arabia Saudita per circa 3,5 miliardi di dollari, con l’ingresso del suo responsabile nel CdA dell’azienda californiana, risulta evidente che le dichiarazioni della Commissione Europea sono i ritocchi finali di un quadro ormai quasi pronto. Il soggetto è in questo caso UBER, la cornice che contiene questo e molto altro è il TTIP, ovvero il Trattato che punta ad abbattere le residue barriere doganali fra Usa e Ue, ma soprattutto ad uniformare standard, regolamenti tecnici, linee guida e legislazioni così da tutelare i progetti portati avanti dalle multinazionali americane in un gigantesco accordo sovranazionale che riguarda un'area che determina oltre il 40% del Pil mondiale. Certo con queste disponibilità non è difficile pensare di poter reinterpretare leggi e sentenze. Eh si perché è bene ricordarlo in Italia come in Belgio, Francia, Inghilterra e Spagna ci sono contenziosi legali e sentenze che hanno evidenziato come il servizio UBER è illegittimo. Però la LEGGE NON È UGUALE PER TUTTI. A questo punto sarebbe opportuno a nostro avviso evitare di commettere l’errore finale, ossia da un lato proprio per la sproporzione delle forze in campo non possiamo esclusivamente affidarci alle aule dei tribunali, il rischio di “manomissioni in corso d’opera” è davvero troppo elevato, dall’altro dobbiamo assolutamente evitare di cadere nella trappola di chi vorrebbe invitarci ad essere noi stessi a modificare il cappio con cui dovranno strangolarci, ovvero per noi la 21/92 NON SI DEVE TOCCARE! E’ evidente che dietro tutto questo c’è un disegno ben preciso, un disegno che rischia di travolgere ogni ostacolo che gli si dovesse parare davanti e contro il quale l’unica concreta prospettiva è a nostro avviso una lotta forse impari quanto imprescindibile, una lotta che come spesso abbiamo sottolineato dovrebbe proporre un’alleanza tra lavoratori e utenza, al fine di proteggere le legittime esigenze di entrambi, se vogliamo sperare di spuntarla. Quindi c’è l’esigenza che su questa situazione si sviluppi nel più breve tempo possibile un ampio e costruttivo confronto, finalizzato a rendere visibile la nostra condizione lavorativa e conseguentemente costruisca una forma di protesta adeguata alla fase che stiamo attraversando.
Unione Sindacale di Base T A X I