……… per chiarire, a coloro che in queste settimane si sono chiesti il motivo delle difficoltà che U.S.B. aziendale stava attraversando; ma anche per replicare a quelle strumentali e velenose affermazioni di coloro che non hanno mai gradito l’attività di forte tutela sindacale dei lavoratori svolta da R.D.B. - U.S.B. e si sono sempre prodigati ( forse a pagamento ) nel diffondere notizie false, ovviamente finalizzate a contenere il consenso che le iniziative di U.S.B. hanno sempre avuto; riteniamo utile ribadire che anche questa volta:
E’ FALLITO IL NUOVO TENTATIVO DI T. T.
CHE VOLEVA SOPPRIMERE IL SINDACATO DI BASE
prendendo a pretesto alcune ridicole formalità, in modo da non riconoscere l’articolo 2505 del Codice Civile, che unitamente a numerose sentenze della Magistratura, legittima e avvalora la FUSIONE PER INCORPORAZIONE del SINDACATO R.D.B in U.S.B. LAVORO PRIVATO.
Nelle scorse settimane, la T.T. ( a differenza di molte altre grosse aziende t.p.l. italiane ) aveva comunicato la decisione di voler sospendere le prerogative previste dalla Legge e di cui l’Organizzazione di Base, ha potuto usufruire per oltre 12 anni, a seguito del riconoscimento della Magistratura triestina e della firma di numerosi accordi sindacali. In sostanza T. T. ha cercato di impedire: 1°) l’accredito delle quote sindacali dei propri iscritti, 2°) l’utilizzo della sede aziendale, 3°) la convocazione delle assemblee retribuite 4°) l’utilizzo dei permessi sindacali, 5°) l’affissione dei volantini nelle bacheche sindacali.
Questo nuovo durissimo attacco di T. T. alla libertà di espressione e associazione sindacale - è avvenuto non a caso - dopo anni di attività finalizzata alla repressione del conflitto sindacale e l’attivazione di due clamorose iniziative da parte della Direzione – non ancora del tutto esaurite – che hanno visto protagonisti 2 Coordinatori aziendali di USB - che a differenza di altri, non sono stati mai premiati dall’ azienda, con promozioni e avanzamenti di livello, ma a seguito dell’ attività sindacale svolta con U.S.B., sono stati - invece – oggetto di illeciti provvedimenti disciplinari, che sono stati impugnati con il ricorso alla Magistratura .
La risposta dell’ Organizzazione sindacale di Base, anche questa volta non si è fatta attendere e alla mobilitazione degli attivisti locali e regionali, si sono aggiunte sia l’attività dei legali nazionali, sia l’ interessamento degli Amministratori regionali e provinciali.
La svolta è venuta con il verbale di conciliazione che i Rappresentanti sindacali e quelli dell’ azienda, hanno sottoscritto lunedì 29 novembre, preso la Prefettura di Trieste, nel quale Trieste Trasporti ha riconosciuto la piena legittimazione di U.S.B. ad operare in azienda.
Il progetto di “soppressione sindacale” si è così frantumato e – seppur tardivamente – l’azienda ha dovuto dare applicazione alla Legge italiana, all’ interno di quello che molti dirigenti e funzionari aziendali, hanno sempre considerato un “regno” a se stante, con tanto di marchesi, baroni e vassalli.
Al contrario della “casta aziendale” invece, un buon numero di “plebei ” si sono resi conto da lungo tempo della fine del periodo feudale e ben consci delle norme legislative della Repubblica Italiana, continuano - da uomini liberi - a rifiutare con decisione, i soprusi e le angherie di stampo “ imperiale “ ed al tempo stesso continuano anche a rivendicare con determinazione il rispetto della dignità, dei diritti, battendosi per l’ottenimento di un giusto salario.
Trieste, 2.12.10 U.S.B. TRASPORTI F.V.G.