Il 3-4-5 marzo 2015 in tutto il pubblico impiego i lavoratori e le lavoratrici saranno chiamati alle urne per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (RSU). Un appuntamento importante, che coinvolge milioni di lavoratori che sceglieranno da chi farsi rappresentare e che decideranno, attraverso il voto, da che parte stare. Una scadenza che cade all’interno di una lunga fase politica di pesante attacco al mondo del lavoro, sia pubblico che privato, che ha ristretto gli spazi di democrazia e di partecipazione attiva nei posti di lavoro, spesso con la connivenza e compartecipazione delle maggiori organizzazioni sindacali del Paese. Ne è la prova il Testo unico sulla rappresentanza nel lavoro privato, siglato il 10 gennaio di quest’anno da Confindustria e CGIL-CISL-UIL, che mira ad impedire il libero esercizio del diritto di sciopero e restringe il diritto di rappresentanza ai soli firmatari dell’accordo. Ma il governo Renzi va oltre e attacca in profondità la funzione stessa del sindacato, mettendo in discussione il ruolo dei cosiddetti corpi intermedi di rappresentanza dei lavoratori, per poter portare fino in fondo l’attacco ai diritti dell’intero mondo del lavoro. Questa lotta, che ha molto della contesa politica interna al P.D., finisce per toccare principalmente chi, come la USB, crede fermamente nella democrazia e nel protagonismo dei lavoratori.
Anche per questi motivi l’appuntamento per il rinnovo delle RSU assume un significato importante: quello di riaffermare con decisione che i lavoratori non ci stanno ad arretrare sul piano dei diritti e che oggi il sindacato, e nello specifico la USB, serve più che mai per contrastare le politiche di attacco al mondo del lavoro, al welfare, ai salari, alla dignità, imposto dalle politiche dettate dall’Europa delle banche e della finanza. Un sindacato indipendente dalle costrizione dei partiti, conflittuale sul piano della pratica sociale, alternativo a CGIL-CISL-UIL, delle quali ha sempre denunciato e contrastato l’agire concertativo e complice, a cominciare dal loro ruolo nella gestione dei Fondi Pensione, degli Enti Bilaterali, del “welfare aziendale”.
Ma un appuntamento così importante ha bisogno innanzitutto della rivisitazione di un regolamento elettorale datato 1998 e rimasto incompiuto sul piano della democrazia e della effettiva rappresentanza diretta di tutti i lavoratori,che non tiene conto delle modifiche intervenute nel frattempo all’interno della P.A.
Per questo USB si presenta all’Aran per la discussione sul regolamento elettorale portando alcune proposte di modifica che riprendono questioni già sollevate in precedenti appuntamenti elettorali e che hanno sempre trovato la puntuale ostilità di CGIL-CISL-UIL:
- Diritto di voto e di candidatura per tutti i precari della pubblica amministrazione a prescindere dalla tipologia contrattuale;
- RSU elette per ogni livello di contrattazione compresi quelli regionali e nazionali;
- Diritto di assemblea, contrattazione, informazione e referendum riconosciuto a ciascun eletto RSU e non alla RSU nel suo complesso;
- Diritto di assemblea e permessi sindacali riconosciuti per la campagna elettorale a tutte le organizzazioni sindacali presentatrici di liste per il rinnovo delle RSU;
- Elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) svincolate da quelle RSU, che coinvolgano tutti i lavoratori presenti nei singoli posti di lavoro, compresi quelli non interessati dall’appuntamento elettorale delle RSU.
SFIDIAMO CGIL-CISL-UIL SUL TERRENO DELLA REALE DEMOCRAZIA!