Alla luce dei dati definitivi sulle elezioni delle RSU nel Pubblico Impiego, la Federazione
Regionale dell’Unione Sindacale di Base prende atto dell’ottimo risultato raggiunto su tutto il territorio regionale.
Primo sindacato al Consiglio Regionale, terzo sindacato – davanti alla CISL alla Giunta
Regionale dove si è presentato per la prima volta.
Confermati i due seggi al Comune di Terni, dove USB nei fatti cresce, vista la riduzione dei seggi della RSU che sono passati da 18 a 15 -differenza subita da CGIL, CISL e CSA che calano di un seggio ciascuno, rispetto alla precedente tornata elettorale.
Confermato il peso di un seggio alla Provincia di Terni, che ha visto il dimezzamento degli organici; un seggio al Comune di Orvieto, dove il nostro candidato ha registrato il più alto numero di preferenze delle liste presentate.
Al Comune di Narni dove la lista è stata presentata in tempi cortissimi, la Federazione ha presentato ricorso stante alcune eclatanti irregolarità nella gestione delle procedure. Secondo sindacato all’ARPA, un seggio rispettivamente nei Comuni di Spoleto e di Tuoro sul Trasimeno, dove USB si è presentata per la prima volta, un seggio al Comune di Perugia e la conferma della presenza alla CCIAA.
L’USB si conferma, inoltre, il primo sindacato negli Uffici Giudiziari dell’Umbria e,
all’agenzia delle Dogane, all’Agenzia delle Entrate, alla Corte dei Conti, al Ministero Beni Culturali e Turismo, al Ministero della Difesa ex distretto (CME), alla Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole ed infine, all’Università consolida i propri seggi e presenza di delegati.
Un risultato straordinario, speriamo ancora in crescita, che premia l’impegno e la passione dei tanti attivisti e la presa di coscienza dei tanti lavoratori, ai quali va un grande ringraziamento, che hanno deciso di opporsi alle politiche che determinano la mortificazione della dignità, ruolo e funzione del lavoratore pubblico.
Un mandato pieno quello conferito all’Unione Sindacale di Base dai lavoratori che chiedono con forza di superare gli schemi del sindacato confederale, troppo succube delle dinamiche imposte dalla politica e chiedono un sindacato più libero ed indipendente, conflittuale ed in grado di guardare ai reali bisogni delle lavoratrici e lavoratori del settore pubblico, da troppo tempo mortificati dai processi di controriforme assurde ed improduttive che ne hanno svilito il ruolo e professionalità.
Un voto anche di dissenso verso un pessimo rinnovo contrattuale del settore, che mortifica il lavoro pubblico, sia sul versante retributivo, con un indecoroso aumento a scadenza dopo ben 9 anni di blocco, che sul versante dei diritti.