Emergenza casa, l’autunno fiorentino sarà “bollente”
Si sta ormai raggiungendo il punto di non ritorno: 4mila famiglie solo a Firenze sono senza un tetto, e quelle che ce l'hanno, provvisorio, è sul filo della legalità
Firenze - I Mondiali di ciclismo, si sa, portano ricadute su più fronti, per lo più favorevoli. Tra queste si potrebbe far rientrare anche la sospensione degli sfratti esecutivi per il periodo dal 15 settembre al 5 ottobre, decretata dalla prefettura fiorentina, ma a un esame più obiettivo il provvedimento sembra solo un pretesto per far riposare il braccio del boia prima che riprenda a calar la mannaia. Niente, insomma, rispetto allo stop di tre mesi (dal 1' luglio al 30 settembre) accordato dal Comitato Provinciale per la Sicurezza e l'Ordine Pubblico, peraltro ennesimo palliativo per niente simile a una cura. A ciascuno il suo, per carità. Ma quella che un tempo era un'urgenza e che col tempo ci siamo abituati a chiamare "emergenza casa", si avvicina a ritmi vertiginosi al punto di non ritorno della cancrena.
Il punto è uno e uno solo, ma per niente puro e semplice: 4000 famiglie, soltanto a Firenze, non hanno una casa, e se hanno un tetto provvisorio - i più - lo devono a soluzioni che scivolano sul filo di lama dell'illegalità. Occupazione, la parola da dire sottovoce per non spaventarsi troppo, per questi è, al momento, la risposta più efficace. Sono 13, per adesso, gli edifici occupati che a Firenze ospitano centinaia di famiglie. Per gli sfrattati, non di meno, si naviga a giorno, o in giorni come questi si viaggia in bici, senza peraltro sapere dove andare, perchè a mancare è la direzione per un'alternativa dal viale dello sloggiamento assicurato. Insomma, a Mondiali finiti, dove si va? Non è ancora dato sapere, perchè la mole degli ingranaggi bloccati è immane e i lubrificanti che potrebbero oliarli (risorse, investimenti) scarseggiano. Dunque la linea non può che essere, per adesso, un inevitabile procedere a tentoni nel buio pesto, e se proprio devono essere i Mondiali a prorogare l'ora X della visita dell'ufficiale giudiziario, ben vengano. Senza che questo si traduca in facili illusioni, sia chiaro. Non almeno per Lorenzo Bargellini, leader del Movimento di Lotta per la Casa, per cui il provvedimento rappresenta certamente una boccata d'ossigeno, ma del tutto insufficiente per affrontare una soluzione drammatica che si affaccia su una stagione che non esita a definire "massacrante". "In questo momento la situazione è gravissima, come non lo è mai stata - spiega - abbiamo centinaia di sfrattati che non sanno dove sbattere la testa. Le graduatorie per l'assegnazione di case popolari sono diventate inutili, complicatissime, e il numero di assegnazioni è irrisorio. Si parla di circa il 2%". Questo per quanto riguarda le famiglie sfrattate. Ma Bargellini apre anche il fronte su un'altra realtà ormai emergenziale, quella delle famiglie richiedenti asilo, spesso formate da donne sole con bambini, per le quali il Movimento sta organizzando iniziative di sostegno. E i servizi sociali? "Inutili", prosegue, "il vero servizio sociale è quello degli sportelli informativi del Movimento, dove ultimamente vado meno per non diventare pazzo. Ci sono code che non finiscono più. Ci chiamano anche gli impiegati dell'Ufficio Casa, che non reggono più la situazione".
Se le cause di questa sempre più grave emergenza abitativa sono ferme allo spauracchio della crisi (mancanza di fondi per ristrutturazioni e messa in sicurezza di alloggi pubblici sfitti, nuove edificazioni, politiche di investimento e finanzMiamenti pubblici), lo stesso non può dirsi del decorso della situazione. È fluida, in divenire, e va verso l'ingovernabilità. La matrice della cronicità delmalanno casa sta forse nella sottovalutazione, a monte, del problema. Questa la posizione di Silvia Gabbrielli dell'USB: "Gli sfratti per morosità o per finita locazione sono un numero impressionante e le opportunità alloggiative offerte dal Comune sono una goccia nel mare. Il problema sta diventando anche sociale. Speriamo che al tavolo regionale vi sia una volontà concreta di concludere, e velocemente, anche verso soluzioni alternative (vedi le proposte di housing sociale e di autorecupero della caserma dei Lupi di Toscana, ad oggi vuota), che avrebbero comunque tempi biblici. Rispetto a una situazione gravissima siamo in ritardo di almeno due anni e che questo sarebbe stato il risultato si sapeva, ma si è affrontata come sempre "all'italiana": con chiacchere e tanti buoni propositi. Si guardi anche al numero dei progetti di alloggi in costruzione. Sono talmente pochi da essere ridicoli per le necessità; con cinquanta alloggi con si copre neanche la punta dell'emergenza. Ma nessuno si è posto il problema che questa società stesse precipitando, e che precipitando il lavoro sarebbe precipitato tutto. Per non parlare poi del fatto che nessun tipo di politica, nazionale o locale, si sia occupata concretamente di portare il valore degli affitti a livelli ragionevoli. È impensabile che un affitto abbia il valore di uno stipendio e se devo decidere tra mangiare e pagare un affitto, è logico che decida di mangiare".
Si profila un imminente clima di rivolta di fronte all'aggravarsi di un contesto che vede le famiglie, spesso ospiti di amici, spezzettarsi in micro nuclei familiari sparpagliati, quando non divise da logiche di genere se ospiti di strutture ecclesiali o di associazioni comunque facenti capo alla Chiesa, per non parlare del fatto che i numeri dell'emergenza sono in aumento. In un quadro di mancanza di risorse e di emorragia della capacità di reddito si segnalano anche assurdi sprechi, come quelli dell'amministrazione che ha in carico donne e minori in strutture di accoglienza provvisorie, soluzioni che comportano costi ben più alti di un affitto. Parallelamente, però, resta fermo il calendario delle esecuzioni con forza pubblica, che a Mondiali finiti riprenderà con un ritmo di 90-100 sfratti al mese. Ma pare resti fermo anche il modus operandi, denunciato da SUNIA tramiteSimone Porzio: "Abbiamo chiesto ripetutamente di far lavorare le commissioni di graduazione degli sfratti previste dalla legge regionale - commissione composta, a Firenze, dal Sindacato Inquilini, dai Comuni e dalla Prefettura - che dovrebbe avere il compito di di organizzare meglio la gestione della forza pubblica in modo da garantire soluzioni non traumatiche. Il fatto che il sindacato, ogni giorno, si trovi a trattare con la polizia per strappare una settimana o un mese in più è un vero e proprio dramma che crea forte tensione tra le parti. C'è stata una prima riunione a luglio, ma l'impressione è che certi interlocutori se ne vogliano lavare le mani sostenendo che le competenze in merito riguardino solo magistratura e polizia. Non siamo d'accordo, e del resto c'è una legge regionale a sostenere tutt'altro".
Non ce n'è neanche per le graduatorie degli alloggi popolari, farraginose oltre che sostanzialmente ferme. USB segnala a riguardo anche il rischio che i criteri di assegnazione creino false aspettative negli aventi diritto. Compilato il bando il base a autocertificazioni, è frequente il caso in cui, al momento della verifica di requisiti e punteggi, basti un niente per vedersi negate le chiavi da casa.
Mille ostacoli, dunque, e un autunno alle porte che si preannuncia caldo, in cui il problema non sarà certo risolto dai miserrimi 9 milioni di euro stanziati dal governo Letta, all'interno del decreto del fare, per le politiche abitative relative all'emergenza sfratti per morosità incolpevole. Un finanziamento nazionale, ovviamente.
Autunno caldo, dunque, in cui il Movimento guidato da Bargellini promette iniziative sempre più incisive affinché l'inverno, che si delinea di fuoco, non spezzi la corda di una situazione sempre più tesa.