La situazione emergenziale che il nostro Paese sta attraversando da circa due mesi, ha messo in luce gran parte degli effetti nefasti per la popolazione dell’ultimo ventennio di privatizzazioni selvagge e smantellamento dello stato sociale.
Soprattutto i beni e i servizi pubblici una volta considerati indispensabili, come l’acqua e l’energia, hanno attraversato un feroce processo di privatizzazione. Basti pensare a quando le società che erogavano i servizi idrici ed elettrici erano interamente pubbliche, salvo poi essere trasformate via via in società per azioni. Così gli utili e i ricavi sono stati sempre più frequentemente l’unico interesse degli amministratori aziendali, a danno degli investimenti fondamentali nelle infrastrutture e nella forza lavoro.
Come se non bastasse il governo sta da tempo tentando di accelerare anche sul fronte della completa liberalizzazione del mercato energetico, con un ulteriore pericolosissimo impatto sui costi all’utenza.
Soprattutto in questo periodo emergenziale, dove l’igiene ha bisogno di una particolare attenzione con interventi più frequenti del solito e dove migliaia di persone sono obbligate a restare a casa, i consumi idrici ed energetici stanno registrando un’impennata.
Le stime elaborate dall’ENEA riportano un aumento per i soli consumi idrici del 53%. Di contro sono migliaia le persone che hanno perso il lavoro, soprattutto al sud, dove gran parte dei lavori sono a nero. Altri sono stati posti in cassa integrazione, con una perdita salariale importante. Altri ancora, come i lavoratori a partita iva o co.co.co, sono ancora in attesa dei miseri 600 euro di sussidio disposto dal governo. Per non parlare delle colf e delle badanti che sono rimaste fuori da qualsiasi sostegno economico.
Mentre i contatori continuano a girare, le bollette diventano un peso insostenibile per quelle famiglie che, a causa della pandemia, si ritrovano senza un sufficiente sostentamento economico.
Per questo riteniamo estremamente urgente che il governo disponga:
Per decenni le aziende hanno guadagnato lauti profitti sulle spalle della collettività. Oggi più che mai lo Stato deve farsi carico di proteggere dalla crisi le fasce più deboli, i cittadini e i lavoratori, che negli ultimi decenni hanno già pagato un conto salatissimo.
Federazione del sociale USB