La fruibilità dell’ufficio provinciale dell’Agenzia del Territorio è sempre più precaria e dopo anni di studi per cercare soluzioni adeguate, per lavoratori e cittadini, si prospetta una ristrutturazione che creerà maggiori disagi per tutti.
La sede dell’ufficio, posta in via campo sportivo vecchio, è dislocata su due piani di cui il primo privo di accesso per le persone disabili. L’intero immobile è un labirinto di corridoi, con le vie di fuga, per raggiungere le uscite di sicurezza, strette da ingombranti armadi o da una serie di porte prive del maniglione antipanico.
I due saloni di consultazione degli atti e alcune stanze hanno un rapporto aereo illuminante talmente basso da dover essere considerate come magazzini e dove invece lavora e soggiorna, oltre al personale, anche la maggior parte dell’utenza esterna.
La coibentazione dei locali è pessima con temperature fredde d’inverno e calde d’estate.
Per sopperire a tale malessere si sono dotate le stanze di ventilatori da tavolo e da soffitto spesso posizionati sopra l’utenza che creano fastidiose correnti. Per l’inverno si sono fornite alcune stufette elettriche alcune delle quali in pessimo stato di conservazione, che fanno saltare spesso l’impianto elettrico, ma che comunque non riescono a risolvere il problema degli spifferi causato da infissi inadeguati.
Anche il locale interrato in cui è collocato molto materiale infiammabile, al limite delle prescrizioni di legge che prevedono l’adozione di solai tagliafuoco, di cui ovviamente l’ufficio non è dotato, non è fornito di uscite di sicurezza a norma.
Fin qui la situazione attuale. Da qualche giorno c’è stato comunicato che la sede staccata di via scalabrini, 24, in cui lavorano nove persone, sarà chiusa ed il personale e tutti i relativi archivi verranno spostati nella sede di via campo sportivo vecchio. Con l’occasione sono state promesse migliorie (aria condizionata e non meglio specificate ristrutturazioni).
Come sempre i lavoratori sono trattati come pacchi postali da accatastare a piacimento in ispregio alle più basilari norme di sicurezza e di igiene e senza alcun tipo di informazione. I lavoratori accettano da anni questa situazione, sopportando quotidianamente notevoli disagi, perché fiduciosi di un cambiamento più volte promesso e mai realizzato.
A questo punto, però, non sono disposti ad accettare passivamente modifiche che prevedono l’ammassamento del personale in locali inadeguati, senza nessuna spiegazione del perché nel recente passato si sono rifiutate offerte di tre migliori proposte di locazioni e della necessità di costose ristrutturazioni e di accorpamenti di sedi alla vigilia di un accordo con il Demanio di trasferimento entro tre anni presso una nuova sede.
Anche i cittadini che dovranno eseguire ricerche, visure e aggiornamenti si troveranno ammassati su spazi inferiori anche del 70% e le ricerche storiche o le richieste di correzione saranno effettuate in differita o con tempi decisamente più lunghi in previsione di archivi decentrati e non facilmente raggiungibili.
Decisioni di questo genere devono essere condivise con i lavoratori che sono stanchi di subire e porre poi rimedi alle incapacità organizzative e gestionali dell’Amministrazione.
Scarica in allegato la lettera inviata alle competenti Direzioni e agli organi di stampa.