Evitiamo di diramare bollettini della vittoria. Quelli stile Diaz tipo “la battaglia contro l’austroungarico è vinta e si torna su posizioni che giammai s’era perdute” appartengono alla UIL. Quelli stile Agenzia Stefani, dove le ritirate sono sempre “strategiche” e si vince comunque a prescindere delle scoppole prese, è roba da CGIL. Quelli “illuminanti” (in linea con la propaganda elettorale che invitava ad “accendere il voto”) li lasciamo infine alla CISL che ci tiene a farci sapere quanto all’ISS siano arrivati primi nel girone dei confederali!
Guardiamo ora le cifre in ENEA e facciamo qualche considerazione. Tre anni fa USB aveva ottenuto consensi sull’onda di lotte spontanee e trasversali (stile “cani sciolti”) per questioni contrattuali. Molti si affrettarono a definire quel risultato come effimero, emotivo, parziale, frutto d’un quarto d’ora di libera uscita destinato a rientrare presto nei ranghi. Oggi i risultati di queste elezioni smentiscono i “normalizzatori” e confermano la bontà della nostra azione. Dopo tre anni di presenza dentro le RSU, dopo anni passati a rintuzzare le intenzioni di chi ci voleva marginalizzare e dopo una campagna elettorale piena di attacchi sballati e provocazioni pretestuose -da parte in particolare della Cgil- i numeri dicono che USB è il solo sindacato di opposizione, la sola forza capace di dare un segno diverso all’andazzo generale governato dalla condiscendenza della Triplice.
USB vale oltre il 17% nei 6 centri dove si presenta, elegge 7 rappresentanti come la CGIL (erano 6), diviene il primo sindacato in Trisaia, solo per un pugno di voti è secondo in Casaccia mentre conquista un seggio “storico” in Sede centrale.
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