Dopo la definitiva registrazione del decreto Comma 165, in cui sono confermati tutti i tagli che negli anni sono costati più della metà del salario accessorio, l'Agenzia delle Entrate convoca le organizzazioni sindacali e non si sa nemmeno bene su quale ordine del giorno, dato che la convocazione non lo dice. In un quadro fortemente deteriorato in cui le relazioni sindacali sembrano diventate un più o meno inutile, la modalità con cui veniamo convocati è già un pessimo segnale.
Se davvero c'è l'intenzione di costruire un percorso per le progressioni economiche, l'Agenzia dovrà presentarsi con delle proposte, che dovevano già arrivare entro fine settembre. Il destino salariale di oltre 30mila lavoratori per i prossimi quattro anni, fino a tutto il 2013 dipende infatti in larga parte dalla possibilità di garantire loro una progressione economica. Il combinato disposto del blocco dei contratti e del tetto alle retribuzioni individuali infatti, prefigura una morsa legislativa che non consentirà ai lavoratori alcuna crescita delle retribuzioni per i quattro anni a venire.
Prima ancora RdB aveva indicato una strada percorribile a costo zero, quella delle progressioni economiche per tutti i lavoratori. Le vicende successive hanno rinforzato il senso e la praticabilità di questa proposta che com'è noto ha trovato una importante convergenza la sera del 5 agosto scorso. Quella sera furono firmati tre accordi, ma come nel gioco delle tre carte solo quello sulle posizioni organizzative interessava all'amministrazione. E infatti l'acconto sulla produttività collettiva, che doveva arrivare a settembre, è slittato a dicembre; e sulle progressioni orizzontali c'è stata solo una vergognosa melina. Intanto sono trascorsi 3 mesi e la del 31 dicembre si avvicina. Oltre quella data, in un contesto di relazioni sindacali deboli, saremo di fronte a ostacoli quasi insormontabili per realizzare le progressioni. Servono impegni precisi entro la fine dell'anno, per destinare le risorse del 2009 ai passaggi di fascia.
Il 5 agosto scorso, l'accordo sulle posizioni organizzative ha erogato 15 milioni di euro a 3mila lavoratori, e il Comma 165 non era ancora nella mente di Tremonti. Al restante 90% dei lavoratori non è stata data nessuna risposta al drastico, imminente blocco delle retribuzioni. Serviva un (fasullo) impegno sulle progressioni per mimetizzare un accordo così parziale, ingiusto e imbarazzante?
Se così fosse, significa che a quel tavolo non sono stati rappresentati e tutelati gli interessi di tutti i lavoratori. Si può ancora discutere di risorse stabili e c'è tempo per articolare un percorso che dovrà partire dai 2mila passaggi in III area che insieme alle progressioni orizzontali sono ormai gli obiettivi minimi del 2010.
In caso contrario sarà legittimo coltivare il vago sospetto che l'Agenzia costruisce sogni di carta per i figli di un destino minore, mentre la realtà è un'altra. Noi continuiamo a pensare che ci siano – ancora per poco - i margini e i soldi, per costruire un futuro migliore per tutta la categoria, senza divisioni, senza discriminazioni. Se siamo i soli a pensarlo, questo è un problema.
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