Da una parte le dichiarazioni della Morselli dello scorso 28 settembre, in base alle quali nello stabilimento siderurgico tutto va a gonfie vele, dall’altra le esternazioni del presidente di Adi che invece interviene con toni decisamente preoccupanti, parlando di una fabbrica che sembra debba chiudere a giorni. Entrambi tendono a confondere le acque e a non dare l’effettiva dimensione della situazione, e soprattutto nessun concreto suggerimento sulla strada da prendere. La sensazione è che, quando servono risorse, la Morselli mandi avanti Bernabè, senza uscire allo scoperto.
Noi ribadiamo all’infinito che la via da percorrere è senza dubbio quella che sembrava condividere il ministro Urso, fino a quando gli è stato consentito di intervenire in merito, e quindi l’aumento della partecipazione pubblica nella società che gestisce la fabbrica, fino a far divenire lo Stato socio di maggioranza. Opposta invece la posizione assunta negli ultimi mesi dal Governo Meloni, che non si pone minimamente il problema di ascoltare il territorio. Non ha alcun senso dunque parlare di ulteriori versamenti di risorse di capitale pubblico, che fino ad ora non hanno portato assolutamente a nulla di buono, oltreché ad una corposa perdita di denaro, che avrebbe potuto essere utilizzato per altro.
Non bisogna temporeggiare oltre; Il Governo farebbe bene a mettere fine a questa interlocuzione con un privato totalmente inaffidabile, e a velocizzare invece un percorso che possa portare ad un controllo statale dell’acciaieria.
Se inoltre, nel testo della legge di bilancio, non dovessero comparire articoli che vanno ad assorbire le sacrosante richieste fatte per i cassintegrati (da ormai 5 anni) ex Ilva in As, sarebbe un ulteriore e chiaro segnale della volontà del Governo di ignorare del tutto le esigenze rappresentate dai sindacati. Con questo spirito l’Usb, venerdì 20 ottobre, sarà presente alla manifestazione che si terrà a Roma, per chiedere un netto cambio di passo.
Usb Taranto