La Corte d’Assise di Taranto, presieduta da Stefania d’Errico, giudice a latere Fulvia Misserini, oltre a infliggere pene durissime agli imputati nel processo Ambiente Svenduto, ha disposto una serie di risarcimenti alle parti civili, tra le quali figura l’Unione Sindacale di Base nelle sue articolazioni nazionale, di categoria e territoriali.
A USB, assistita dall’avvocato Francesco Nevoli, sono state riconosciute provvisionali immediatamente esecutive per un totale di 25mila euro, oltre al risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede, e al pagamento delle spese legali.
I risarcimenti a USB sono a carico di 23 del 47 imputati: tra loro Fabio e Nicola Riva (condannati a 22 e 20 anni); l’ex direttore dello stabilimento, Luigi Capogrosso (21 anni); l’ex responsabile delle relazioni istituzionali Ilva, Girolamo Archinà (21 anni e 6 mesi); l’ex avvocato dei Riva, Francesco Perli (5 anni e 6 mesi); i cinque fiduciari Gianfranco Legnani, Alfredo Ceriani, Giovanni Rebaioli, Agostino Pastorino ed Enrico Bessone, tutti condannati a 18 anni e 6 mesi; l’ex consulente della Procura, Lorenzo Liberti (15 anni e 6 mesi); l’attuale direttore generale di Acciaierie d’Italia, Adolfo Buffo (4 anni); i manager Ivan Di Maggio, Salvatore De Felice e Salvatore D’Alò (17 anni); l’ex presidente della Regione Nicola Vendola (3 anni e 6 mesi); l’ex presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido (3 anni); l’ex assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva (3 anni).
Al di là del valore delle cifre che saranno stabilite, conta più di tutto il riconoscimento della battaglia che USB ha condotto e continua a sostenere contro un’industria che sotto tutte le varie denominazioni ha massacrato Taranto, i suoi abitanti, il suo territorio.
USB Confederazione nazionale
USB Lavoro Privato