A cosa è ridotto il lavoro in Italia? Mal pagato, sempre meno sicuro, con sempre meno diritti. A cosa è ridotta la vita oggi in Italia? Migliaia di lavoratori senza lavoro, giovani, anche con una laurea in tasca, senza nessuna prospettiva di occupazione - al massimo due o tre ore al giorno a pulire uffici - sanità sempre più cara, tasse sempre più pesanti, pensioni sempre più lontane nel tempo e sempre più magre, case libere e non assegnate, mutui impossibili da pagare. Poi c’è Expo, vetrina del mondo, suoni e luci, capi di stato che vanno e vengono, cibo (carissimo) per tutti i gusti. Ma anche lavoratori-“volontari” senza paga, licenziamenti politici, stipendi insicuri e ridotti del 30%, orari di lavoro massacranti. E in città sospensione del diritto di sciopero per i tranvieri, sospensione dei contratti integrativi all’Ikea, nessun rinnovo del contratto nazionale alla McDonald’s, contratti special per i dipendenti comunali. Una realtà che si inquadra nella più vasta legge del Jobs, quella che rende il lavoro precario a vita, distrugge tutti i diritti sul lavoro, toglie ogni dignità ai lavoratori riducendoli a oggetto da spostare, togliere di mezzo, dimenticare in un angolo come e quando si vuole. Padroni, governo, partiti ci vanno giù duro. Cgil-Cisl-Uil e soci acconsentono, firmano tutto, minimizzano. Più che complici. corresponsabili. Ma come dimostra la realtà di tutti i giorni c’è chi non ci sta, resiste, si ribella, non sta zitta, rivendica rispetto e diritti. Lo hanno fatto alcuni dipendenti di Expo, lo hanno fatto chi lavora nella scuola, tanti lavoratori degli appalti, settori di dipendenti pubblici. Tenaci, senza paura, caparbi. Contro padroni, vecchi e nuovi (come Lega Coop), governo e amministrazioni di ogni grado, contro la troika sindacale. Si organizzano nei sindacati di base, USB in testa.
Per tutte queste tantissime ragioni, USB invita lavoratori e cittadini a partecipare al presidio sotto la sede di Expo spa mercoledì 1° luglio alle 17,30 in via Rovello 2.
Per i lavoratori di Expo - cosiddetti volontari, licenziati politici, tutti – è a disposizione lo sportello legale USB (mail: non lavoro gratuito@usb.it oppure pagina fb: www.facebook.com/NoLavoroGratuito).