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Lazio

FAUST

Roma,

Comunicato n.27/13

Com’è purtroppo sua consuetudine in piena canicola, quando la gente non c’è o non è attenta, l’amministrazione centrale ha pensato bene di emanare in data 01.08.2013 il messaggio Hermes n. 12445 sul Fondo pensione complementare, l’ormai tristemente famoso Fondo SIRIO, ultima invenzione nella costellazione.

Premesso che solo qualche collega particolarmente sprovveduto potrebbe oggi prestar fede a simili amenità, analizziamo le “perle” del messaggio sopra citato a partire da ciò che si prevede per i dipendenti INPS ex INPDAP ed ex ENPALS che intendessero disgraziatamente aderire alla neo previdenza complementare.

A scanso di equivoci (e quasi fosse una prova di buona fede) viene evidenziato che “l’iscrizione al Fondo è volontaria” e ciascuno potrà decidere “liberamente”. Ci mancava pure che l’adesione al Fondo fosse obbligatoria, ma forse nel 2015 che non è poi così lontano scopriremo, aprendo l’ennesimo messaggio Hermes in piena estate, che tutto il personale è stato iscritto d’ufficio al Fondo FRODO.

Avverrà automaticamente e siccome la peggiore delle malattie che è l’abitudine sarà stata inoculata dentro di noi come un virus, poi lo riterremo pure normale. Ma non basta: il top lo si raggiunge nella parte centrale del messaggio laddove in grassetto “si rammenta l’impossibilità di recedere poi dal contratto una volta sottoscritto”.

E la mente corre subito a Faust, che stringe un patto assurdo con Mefistofele: sarà perduto in eterno proprio perché non può più tornare indietro. Ed anche qui non sono concessi ripensamenti. In pratica ti ho fregato ed amen.

Sarà appena il caso di rammentare che perfino nel delicato campo dei lasciti e delle esecuzioni testamentarie la legge ammette modifiche, prescrivendo che le eventuali disposizioni ultimative del tipo “qualsiasi cambiamento futuro non ha alcun valore” sono da considerarsi assolutamente nulle.

Questo perciò significa che non sono ammissibili, dal diritto italiano e da quello internazionale, rinunce di qualunque tipo manifestate preventivamente sulla possibilità di modificare in tutto o in parte il proprio testamento. Possibilità legittima prevista dalla norma. Ebbene, per i miseri dipendenti la casta CGIL – CISL – UIL non prevede alcuna possibilità e ciò viene statuito espressamente.

Un patto col diavolo, insomma. Con l’aggravante che, per accaparrarsi la fiducia ed il gruzzolo del malcapitato di turno, qui si va addirittura oltre la morte prevedendo automatiche limitazioni in vita (vedi trasformazione immediata del TFS in TFR con relativa applicazione di differenti metodi di calcolo), per non parlare delle singole trattenute mensili. Nella parte finale del messaggio vengono tassativamente elencate le cosiddette modalità di gestione delle adesioni peraltro ipotetiche cui il personale è tenuto ad attenersi.

Ci si spertica sulle quattro - copie - quattro da compilare, validare e formalizzare scupolosamente (non sia mai se ne perdesse una), nonché sulle indispensabili registrazioni degli epitaffi. Il tutto senza porsi la domanda chiave circa le reali spese di gestione da sostenere, che siffatta operazione comporta. Velo pietoso, infine, sul comportamento pilatesco dell’amministrazione centrale che, lungi dal mostrarsi super partes prendendo distanza da simili nefandezze, ha pensato bene di fornire in Hermes al povero dipendente INPS la corda d’oro con la quale impiccarsi senza appello. Omaggio estremo alla casta.               

Coordinamento Regionale USB INPS Lazio