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Fca Termoli, morire sul lavoro notturno: tragica fatalità o responsabilità FCA?


Massimo, un operaio 55enne della Fca di Termoli, 30 anni di Fiat, è morto di infarto dopo aver avuto un malore mentre lavorava nel turno notturno.
Turno di lavoro che è stato reintrodotto circa tre settimane fa sui motori a 16 valvole. Fca sapeva o comunque doveva sapere  che le condizioni di salute di Massimo non erano delle migliori.
Lo testimonia il fatto che , non molto tempo addietro, Massimo era stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso mentre lavorava. Ragioni che lo avevano portato a chiedere di essere esonerato da un turno , come quello che va dalle 22 alle 06 del mattino, universalmente riconosciuto come il più pesante dal punto di vista psicofisico.
Fca non ha inteso ragioni, ha scelto chi comandare al turno notturno senza considerare nemmeno chi si era offerto volontario, e a Massimo non ha retto il cuore.
Crediamo che sia compito della Procura della repubblica accertare se  la direzione aziendale dello stabilimento Fca ha delle responsabilità o meno per l'accaduto. I servizi di medicina interna, come prevede la legislazione, hanno il compito di verificare lo stato di salute dei lavoratori e delle lavoratrici. Per quanto ci riguarda il giudizio politico è netto e inequivocabile. I turni, i ritmi e i carichi di lavoro in Fca producono danni alla salute e a volte uccidono. Tutto è sacrificato sull'altare della sacralità delle merci, dei profitti e della massima produzione. E' stato proclamato uno sciopero sui diversi turni per denunciare le condizioni di lavoro. Non ci fermeremo fino a quando le cose non cambieranno.