Lo scontro frontale, tra due treni locali, avvenuto il 12 luglio poco dopo le 11 di mattina è l’ennesima strage che ha responsabilità precise nei vertici politici nazionali e locali, nella dirigenza delle RFI e delle compagni private Ferrotranviaria e Ferrovie Nord Barese. I treni delle società privata Ferrovie Nord Barese viaggiavano a 100KM/h, lungo una linea a binario unico, appartenente alle Ferrotramviaria anche lei di recente privatizzazione. I treni erano affollati prevalentemente da lavoratori e da studenti universitari. Lo scontro è avvenuto in aperta campagna, su una linea a binario unico già oggetto di denunce e interpellanze parlamentari, per la sua pericolosità. La sicurezza della circolazione su questa linea è affidata al sistema del 'blocco telefonico', che si basa sullo scambio di fonogrammi tra le stazioni.
L’azienda e il governo hanno subito parlato di “errore umano”, una tesi utile a nascondere le loro responsabilità sui tagli economici agli investimenti sulla sicurezza e sui ritardi nella costruzione del secondo binario.
Il disastro, ma sarebbe più giusto parlare di massacro, è avvenuto al sud, dove le infrastrutture sono in condizioni disastrate. Il divario tra il nord ed il sud del paese è figlio delle politiche imposte da una classe dirigente che sfrutta questa disparità e che fa affari con una mentalità criminale. Il 60%, oltre 9000 km delle linee ferroviarie italiane è su binario unico, molte di queste sono linee ferrovie locali.
L’USB da tempo chiede che il trasporto su rotaia, venga messo in sicurezza; acquistando nuovi treni per le linee locali, usando tecnologie moderne e sensori, aggiungendo il secondo macchinista, riducendo l’orario di lavoro per il personale di macchina e investendo nella manutenzione.
Il Governo e le aziende al contrario, per “risparmiare” sui costi, continuano a mettere a rischio la vita dei passeggeri e dei ferrovieri .
Senza dubbio questo è un crimine! I 23 morti tra cui i due macchinisti ei feriti, di cui molti in condizioni gravissime e loro famiglie sono le vittime di questa classe dirigente, i tagli sulla sicurezza sono una delle voci che alza il margine di profitto delle Compagnie Ferroviarie.
Di fronte all’aumento di questi disastri criminali diviene sempre più necessario fermare le privatizzazioni e mettere sotto il controllo pubblico l’intero settore ferroviario.
Chiediamo le dimissioni del Ministro del Rio e dei vertici delle ferrovie.
Roma 13 7 2016
Ufficio Internazionale
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