Quando la burocrazia prende il sopravvento e diventa mero esercizio di potere allora vanno in frantumi le regole democratiche e i rapporti di collaborazione. Tutto viene incasellato in un rigido schema in cui chi ha la leva del comando non è disposto a cedere un millimetro del suo potere e a volte lo esercita piegando le regole al proprio volere.
E’ quello che è accaduto nella vicenda legata al cambio di profilo, da amministrativo a informatico, di un lavoratore della sede INPS di Varese, effettuato secondo la RSU e le OO.SS. di sede fuori dalle regole stabilite dalla circolare n. 122/2002.
Perché la Direzione regionale rifiuta il confronto con i rappresentanti dei lavoratori e si arroga il diritto di troncare ogni richiesta di approfondimento sul tema? Si può accettare un atteggiamento di chiusura come quello che riportiamo di seguito? - “Le posizioni sindacali sono state ampiamente rappresentate e allo stesso modo, particolareggiato e diffuso, anche la posizione della direzione. Non vi sono, pertanto, elementi nuovi, né ne sono da parte delle scriventi Organizzazioni Sindacali stati rappresentati, che giustifichino l’incontro e lo possano rendere proficuo...” Davanti ad una richiesta formale di incontro, la Direzione regionale decide che il confronto è esaurito e non lascia margini alle rappresentanze dei lavoratori. Cent’anni e più di lotte per l’autonomia sindacale, per il diritto dei lavoratori di essere considerati controparte e non mera appendice del potere, sembrano non aver toccato minimamente il Direttore regionale della Lombardia, che probabilmente pensa di governare in nome di Filippo II, re di Spagna.
Il Direttore regionale arriva addirittura ad addebitare alle rappresentanze sindacali un disinteresse nei confronti dei lavoratori affermando “...spiace il dover riscontrare il sostanziale disinteresse da parte di Codeste Spettabili Organizzazioni Sindacali rispetto al grave disagio per l'utente interno e conseguenti potenziali criticità e punti di caduta nel servizio reso all'utenza...”, solo perché è stato chiesto di discutere della questione!!!
Il Direttore regionale ha già deciso per tutti e non accetta che si metta in discussione il suo operato, infatti afferma di avere già “...acclarato, attraverso una trasparente raccolta di candidature, l'assenza in loco di figure con competenze maggiori rispetto a quella individuata ...”. Se il dirigente ha “acclarato”, le organizzazioni sindacali se ne facciano una ragione e non si azzardino a metterne in discussione le sue scelte. Ci dispiace per il dirigente, ma il ruolo del sindacato non risulta ancora cancellato.
Si tratta allora di contrastare questa deriva, che riduce i lavoratori a comparse, ai quali dare solo una parvenza di contrattazione, un riconoscimento sbrigativo e evanescente del loro ruolo. In quest’ottica ben si addice la proposta fatta tra le altre, durante l’assemblea dei lavoratori della sede di Varese: far decadere la RSU di sede, una proposta che voleva sottolineare lo svuotamento di rappresentanza di tale organismo di fronte al rifiuto della direzione di ascoltarne le ragioni.
Il Direttore regionale ha l’obbligo morale che deriva dal ruolo che ricopre di dare dignità alle richieste dei lavoratori di Varese, ascoltandone le ragioni, accettando di affrontare la questione in un apposito incontro con le OO.SS.. Ci spieghi perché mai lavoratori e loro rappresentanze dovrebbero accanirsi contro un cambio di profilo deliberato con l’O.d.S. del 17-02-2016 Prot. 2016/8700/0000003, se non per affermare un principio di rispetto delle regole che deve valere per tutti? Prerogativa del cambio di profilo da amministrativo ad informatico è lo svolgimento di queste ultime funzioni: se è palese che non vengono svolte, perché continuare a difendere pervicacemente una scelta sbagliata?
USB Pubblico Impiego INPS Regione Lombardia