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Comunicati Stampa

Fine crisi: mai. Ecco l'inchiesta Cestes-Usb su lavoro, impresa e salari in Italia e in Europa

Roma,

All’orizzonte non si vedono vie d’uscita dalla crisi che ormai da lustri attanaglia l’Italia, inserita d’autorità dall’Unione Europea nella fascia PIGS (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna), i paesi cioè costretti a politiche di austerità, di privatizzazioni e alla liquidazione delle parti migliori del sistema produttivo, con delocalizzazioni e cessioni alle multinazionali. Il futuro promette solo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, ulteriore frammentazione produttiva e sociale, indurimento dei rapporti di lavoro.
Partendo da questo scenario e continuando la ricerca sulla linea decisa da USB, il centro studi Cestes ha ultimato “La Grande Fabbrica. Dalla catena di montaggio alla catena del valore. Inchiesta su lavoro, impresa e salari in Italia e in Europa”, prima analisi scientifica sulla trasformazione del sistema produttivo italiano inserito nel contesto europeo, e sulle ricadute che essa produce sui lavoratori. L’inchiesta sarà presentata il 23 Aprile alle 10 al Centro Congressi Cavour di Roma, in Via Cavour 50.
Dopo anni di teorizzazioni sulla fine del lavoro, sulla scomparsa del lavoro manuale, degli operai e della fabbrica, questa inchiesta mostra come non solo l’Italia continui ad essere il secondo paese manifatturiero d’Europa, con un numero di addetti inferiore di poco alla Germania, ma  come l’area del lavoro operaio si sia espanso nell’ambito dei servizi all’impresa.
In agricoltura, nella logistica, nella grande distribuzione organizzata, si assiste all’omogeneizzazione delle caratteristiche del lavoro, sempre più precarizzato e ricattato, fino a forme servili di stampo medievale. Alle figure operaie classiche se ne aggiungono così di nuove: gli immigrati nelle campagne e nelle cooperative che lavorano per le grandi imprese di circolazione delle merci, i giovani costretti al lavoro gratuito.
L’inchiesta dimostra che l’individuazione di una categoria operaia, contenuta nei documenti congressuali USB (Tivoli, 9-11 giugno), non era un esercizio campato in aria: i settori in maggiore crescita e sviluppo rimandano alla produzione manifatturiera, al commercio, alla logistica e al bracciantato in agricoltura, ai luoghi cioè dove si produce valore e si realizzano profitti.
Il Cestes fornisce gli strumenti utili a contrastare l’opera di frantumazione alla base dell’attuale debolezza dei lavoratori, riconnettendo tutti i soggetti al centro dei processi di produzione e di sfruttamento che contribuiscono  alla valorizzazione del capitale.

Di seguito un breve sommario degli argomenti analizzati nell’inchiesta

I caratteri parassitari della borghesia italiana
La borghesia nazionale dopo la vendita delle grandi imprese e dopo aver usufruito delle privatizzazioni si dedica alla speculazione finanziaria lasciando l’apparato produttivo del paese in mano alle multinazionali. Si analizza anche il processo di internazionalizzazione e di concentrazione che riguarda le medie imprese italiane, le uniche che possono strategicamente tenere testa nella competizione globale.

L’analisi statistica
L’analisi scientifica è la condizione per effettuare le scelte sindacali; si può “registrare” la situazione della “frazione” della classe impiegata nella produzione per il mercato, soggetta alla frammentazione, alla precarizzazione, alla flessibilità etc., motivandola scientificamente. Abbiamo articolato l’inchiesta inserendo i dati in relazione a cinque punti di analisi divisi in due fattori, il Capitale e il Lavoro. Nel punto 6 invece evidenziamo i dati sulla conflittualità nel nostro paese.

PARTE 1. ANALISI CON RIFERIMENTO CENTRALE AL FATTORE PRODUTTIVO CAPITALE


1. Descrizione dei processi di delocalizzazione delle industrie italiane e della relazione tra queste e l’industria europea, qualità e quantità della produzione.
2. Analisi e dati sulla dimensione delle imprese ed sulle caratteristiche industriali e di servizi. La prevalenza delle piccole e medie imprese contrassegna il sistema industriale del paese e determina la condizione della classe lavoratrice.
3. tasso di produttività In relazione alla dimensione delle imprese e alle caratteristiche produttive che è anche il tasso di sfruttamento della Forza Lavoro (FL)

PARTE 2. ANALISI CON RIFERIMENTO CENTRALE AL FATTORE PRODUTTIVO LAVORO


1. Analisi del contesto occupazionale ovvero la condizione del lavoro: occupati, disoccupati, precariato, flessibilità, etc. (In preparazione un approfondimento giuridico sugli interventi legislativi).
2. La condizione della FL ovvero la condizione salariale e la condizione di competizione anche con gli immigrati. Si rileva anche la questione degli emigrati italiani, effetto ulteriore della condizione della FL anche in relazione al livello di scolarizzazione del lavoro intellettuale.
3. Rilevazione dei dati sul conflitto in Italia in diminuzione. La crescita delle ore di sciopero nel periodo del governo Berlusconi dimostrano l’importanza della soggettività.