Vogliamo prendere una posizione chiara sul referendum interno alla Polizia Municipale che si è svolto per iniziativa del Sindacato Autonomo di categoria SI.A.PO.L. - C.S.A..
Grazie alla volontà di alcuni colleghi che fuori dall’orario di lavoro si sono fatti carico di questa incombenza, molti sono stati i votanti e moltissimi quelli che al quesito di sospendere o meno lo svolgimento di servizi che mettono a repentaglio la sicurezza degli operatori hanno votato “Sì”.
Nell’elenco vi sono inserite le pattuglie notturne con compiti di lotta alla prostituzione, i posti fissi di controllo Z.T.L. e di “Piazze Sicure”, queste ultime composte di sole due persone, nonostante l’orario. Altri servizi che si possono assimilare a compiti di Ordine Pubblico quali il servizio stadio, lo sgombero di immobili occupati, lotta all’antiabusivismo commerciale e controlli vari nei confronti di variegata popolazione. Tutti purtroppo costano ai Vigili giorni e giorni di infortuni sul lavoro.
Niente da dire quindi sul referendum e sul suo esito, che d’altronde appariva scontato, visto, diciamo così la sua formulazione, semplicistica e a parer nostro demagogica. Ciò che ci ha lasciato perplessi sono i “rimedi”, le richieste che questi sindacati autonomi avrebbero esposto in occasione di un incontro con i giornalisti che hanno poi riportato sulla stampa.
Sia chiaro che per ovviare alla pericolosità di certi servizi non si può manifestare l’esigenza di essere equipaggiati con strumenti quali caschi da O.P. (Ordine Pubblico) o manganelli, come invece pare sia stato reclamato da detta O.S.. Non siamo poliziotti con specifiche mansioni di repressione e vogliamo mantenere il più possibile la nostra peculiarità di Polizia Municipale al servizio del cittadino.
Appare già evidente da molti fronti, sia statali che dell’Amm.ne Comunale, la volontà a voler “virare “ i nostri compiti sempre più sul fronte della pubblica sicurezza intesa come impostazione repressiva e ci pare molto azzardato suggerire questi presidi di aiuto che servono ad esporci ulteriormente a situazioni pericolose per la nostra incolumità che nessuna speciale indennità potrà coprire.
Più armi abbiamo, più condizioni rischiose potremmo teoricamente essere in grado di affrontare, con grande soddisfazione dei nostri Amministratori. Del resto già ci provarono, anni fa, a munirci di manganelli, disegno fortunatamente decaduto grazie ai lavoratori che non l’accettarono. Saranno ora riposti in qualche angolo del Magazzino del Corpo, pronti per essere rispolverati!
Del resto, servizi come la lotta alla prostituzione sono delle recenti novità che ben ci fanno intravedere il nostro futuro, la volontà politica di come utilizzare questo “esercito” fatto per la maggior parte da donne e uomini che non hanno nessuna voglia di mettere a repentaglio la propria incolumità, che non hanno avuto una formazione pratica e soprattutto non hanno una formazione mentale in questo senso, ma identificano il loro lavoro con una specificità ben lontana da quella cui si vuole farci arrivare.
ATTENZIONE quindi, colleghi della Polizia Municipale, non si risolvono i problemi di incolumità e tensione emotiva con manganelli e caschi (forse il quesito del referendum era più onesto porlo in questi termini), ma ribadendo la nostra peculiarità di lavoratori a disposizione della cittadinanza con un rapporto personale ed immediato di repressione calibrata a determinante attività e intensità.
D’altra parte, provate a chiedere in giro quanti rapporti disciplinari e denunce ha provocato l’uso del peperoncino, perché, sia chiaro che se poi si sbaglia, la responsabilità è solo personale!