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Toscana

Firenze:Situazione lavoratori e lavoratrici del servizio di assistenza domiciliare in appalto alla luce della nuova pandemia

Firenze,

Firenze 11 novembre 2020

                                                                 Al Sindaco

                                                                  All’Assessore ai Servizi Sociali

                                                                  Al Direttore Servizi Sociali

                                                                  Ai Gruppi Consiliari

 

Oggetto: Situazione lavoratori e lavoratrici del servizio di assistenza domiciliare in appalto alla luce della nuova pandemia

Nel servizio di assistenza domiciliare in appalto del Comune di Firenze, gli operatori svolgono servizi essenziali di assistenza diretta alla persona come la cura dell’igiene e la preparazione del pasto ad anziani e diversamente abili, e servizi non essenziali di supporto e monitoraggio alla persona come spese, pulizie dell’alloggio e accompagnamenti per passeggiate all’esterno dell’abitazione.

Con la seconda ondata del covid-19, attualmente in essere, il virus è arrivato anche nel servizio di assistenza domiciliare.

In vari quartieri di Firenze, cominciano ad essere presenti diversi casi di utenti positivi e di conseguenza di operatori a casa in attesa del tampone.

Il rischio da evitare è che si ripeta anche per il servizio di assistenza domiciliare la stessa dinamica che è avvenuta e sta tutt’ora avvenendo nelle RSA, con il conseguente scoppio di focolai.

Senza un intervento chiaro ed attento si rischia che il servizio vada totalmente fuori controllo.

Per gli operatori occorre limitare subito i servizi ai soli servizi essenziali, come già fatto dal mese di marzo al mese di giugno 2020

Da un punto di vista della prevenzione,  gli operatori hanno effettuato un SOLO esame sierologico nel mese di maggio e poi più niente.

Adesso non ci possono essere più scuse, chiediamo che agli operatori vengano effettuati tamponi periodici (più utili dei sierologici in quanto più attendibili) ogni quindici giorni, per essere costantemente monitorati e aumentare così la prevenzione da covid-19.

Riteniamo infine che sia indispensabile sia per la sicurezza dell’assistito (che è la parte più fragile) che dell’operatore la possibilità di limitare il contatto in ambiente chiuso senza intaccare la piena retribuzione di chi opera in condizioni di grande rischio.

 

 

                                                                  Confederazione USB Firenze