“Limitare i danni”, questa è la parola d’ordine che ha contraddistinto la firma, da parte delle OO.SS, dei Fondi Unici sia al Ministero del Lavoro che presso INL.
“Limitare i danni” facendo in modo che l’ulteriore assegnazione di un premio destinato alle “eccellenze” possa essere limitato a una bassa percentuale di sottrazione dei fondi destinati a tutti i lavoratori.
In sostanza un premio che, seppur limitato, si va aggiungere ad una altro premio destinato ai più meritevoli. Il FUA, che dovrebbe essere destinato in parti uguali a tutti i lavoratori o trasformato in 14° mensilità come da anni sostiene l’ USB, viene ancor più spezzettato dividendo sempre di più i lavoratori tra ottimi, buoni, no buoni e semi fannulloni.
Questo in perfetta continuità con le teorie brunettiane e nell’accettazione completa di quelle bongiorniste.
Ma chi è che a causato i danni se non quelle stesse OO.SS. firmatarie del CCNL che oggi negli accordi integrativi e in quelli di sede sul fondo sostengono di volerli limitare ?!?
Se non si condivide un contratto “dannoso” non lo si firma, così come ha fatto l’ USB che a seguito proprio della mancata firma è stata esclusa dalla contrattazione nazionale, a danno di tutti i lavoratori.
Sostenere la limitazione del danno, quando si è causa del danno stesso, è una delle più grandi ipocrisie praticate dalle OO.SS. firmatarie.
Ma fosse solo questo !
Oltre l’ attacco al salario con aumenti ridicoli dopo quasi un decennio di mancati rinnovi,
c’ è stato “regalato” l’art. 35 che sostituendo i permessi giornalieri per visite specialistiche ha di fatto limitato enormemente la possibilità di cura e prevenzione per una popolazione di lavoratori sempre più anziana.
Nei prossimi giorni si discuterà del welfare aziendale:
ovvero, come usare sempre i soldi dei lavoratori per pagarsi con il contratto servizi provenienti da diritti acquisiti (sanità, scuola e assistenza alle fasce più deboli).
Della eventuale cessione volontaria delle ferie in favore di colleghi in difficoltà (ricordiamo che le ferie sono un diritto irrinunciabile e che i colleghi in difficoltà dovrebbero essere tutelati da norme contenute nel contratto e non dalla generosità degli altri lavoratori).
A tutto questo si aggiungono altre chicche scaturite dagli accordi integrativi sottoscritti presso l’ INL.
Infatti, nella logica perversa della produttività, l’art. 29 del CCNI INL prevede che siano da considerare, al fine del computo delle presenze in servizio, solo i permessi 104/92 assegnati per i figli o coniugi disabili.
Una palese violazione della legge che nell’assegnazione per i requisiti e permessi per la 104/92 non fa (come giusto) distinzione alcuna sul grado di parentela dell’ assistito. Nel novero dei danni questo ci sembra quello più vergognoso e crudele: come se fosse differente assistere un figlio disabile o un padre gravemente malato.
Vediamo bene che le logiche dell’ annullamento dei diritti, passando attraverso la loro progressiva riduzione, viene ratificato anche dai contratti, sottoscritti proprio da quelli che dovrebbero avere un ruolo fondamentale nella difesa dei lavoratori, da quelli che poi raccontano che …..” bisogna limitare il danno”.
Roma, 17 luglio 2019
Coordinamento Nazionale USB Lavoro, INL, ANPAL