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FORMAZIONE: STRUMENTO PER APRIRE AGLI OBBLIGHI E AL VOLONTARIATO

Nazionale,

Lavoratori,

nella riunione con la D.C. Formazione l’amministrazione ha dimostrato, relativamente al prossimo 72° corso, di far proprio il parametro politico dell’aumento della competitività. La proposta di obbligare il personale alle “ferie d’ufficio” ai fini della sosta estiva è la controprova di come con ogni mezzo la politica nazionale persegua quei fini europei relativi ad una competizione sempre più continentale, scaricandone i costi sui lavoratori. Tramutare il diritto in obbligo è affine al processo di militarizzazione che ci vuole accessori esecutori e non uomini pensanti capaci di discutere in una dialettica d’interessi contrapposti. Come le ferie.

Per ciò che riguarda il piano d’indirizzo formativo nazionale, l’amministrazione ha affermato di aver tenuto conto, ai sensi contrattuali, delle determinazioni provenienti dalle direzioni regionali (quante? Quali?). Non è dato sapere però, come tutti gli elementi nel loro insieme, siano stati posti a confronto per calibrare il programma in virtù di un progetto che tenga conto sia dei mutamenti emergenti nel tempo (tecnologici, territoriali di carattere antropico o naturale, mobilità ecc…) e che comportano quegli squilibri che un vero piano dovrebbe compensare, sia del quadro attuale relativo al bagaglio formativo in possesso del personale, sul quale basare un prospetto di accrescimento attinente al percorso professionale individuale. Ancora una volta il primato dell’approssimazione concertata egemonizza e riteniamo fuorviante rivendicare la supremazia di un corso anziché un altro, magari seguendo la moda del momento TAS o quella vintage NBCR, senza avere il quadro generale; pena la degenerazione. SAF docet. Indirizzare scientemente la formazione è un atto dovuto verso i lavoratori, i cittadini, i contribuenti, in una parola verso la popolazione, va fatto comunque e prescindendo dalle tante (ma quando?) o poche che siano, risorse finanziarie.

Su quest’ultimo punto, ormai sempre adoperato come strumento di giustificazione ad ogni impedimento, poniamo una riflessione, anche allo scopo di erudire quanti al tavolo sono caduti dalle nuvole rispetto alle affermazioni di USB (chi derideva da un lato chi minacciava lo sciopero nazionale dall’altro). Recependo quanto stabilito dalla legge di stabilità n° 183/2011 l’amministrazione centrale  ha emanato il piano di reclutamento del personale volontario del Corpo (prot.0023536 del 10/08/2012). Trattandosi di formare 25.308 unità nel triennio 2012-2014, USB ha chiesto l’avviamento di un iter per indirizzare tali finanze alla formazione dei Lavoratori del Corpo, anche per contrastare quella ristrutturazione in atto che prevede la graduale sostituzione dei Lavoratori con i volontari. Nel Lazio, territorio strategico, il piano programmatico è stato recepito e avviato a seguito di contrattazione regionale (Verb. 08/10/2012), dove l’amministrazione ha incassato il placet “amico”. Non ci sorprende la contraddizione di talune OO.SS. che si dichiarano contrarie all’incremento volontari su un tavolo e favorevoli su un altro, ma addirittura compiacere ciò in nome della sicurezza dei lavoratori e delle sedi di servizio è veramente troppo se teniamo conto che la contrattazione si svolse presso la nuova sede direzione Lazio, un cantiere (ancora) aperto dove furono deportati i lavoratori (proprio per gli effetti della L. di stabilità) in aperto contrasto con ogni aspetto delle norme, e dove solo USB dà e ha dato battaglia. Erano forse cechi? No! Sia per i volontari così come per la sicurezza, svolgono la funzione dei saggi consiglieri del Re, urlatori nella forma, incondizionatamente accondiscendenti nella sostanza.

SOLO USB E’ REALMENTE DALLA PARTE DEI LAVORATORI.