Alla c.a.
Commissione II
Consiglio regionale Liguria
Oggetto : AUDIZIONE 7 LUGLIO 2016 SU D.D.L. N.92 - “ISTITUZIONE DELL'AZIENDA LIGURE SANITARIA DELLA REGIONE LIGURIA (ALISA) E INDIRIZZI PER IL RIORDINO DELLE DISPOSIZIONI REGIONALI IN MATERIA SANITARIA E SOCIO SANITARIA".
Osservazioni dell'Usb Pubblico Impiego- Sanità
PREMESSA
Doveroso da parte nostra segnalare in premessa che senza un adeguato piano di assunzioni i servizi sanitari rischiano un ulteriore riduzione con conseguenti disservizi e blocchi a carico dei cittadini.
Quindi, mentre tutto tace per quanto riguarda assunzioni e concorsi, la Regione Liguria vara l'ennesima Azienda Sanitaria.
Ricordiamo che anche l'Ars era nata (anno 2007 Giunta Burlando) con l' idea di semplificare e razionalizzare le procedure da seguire nell' acquisto dei beni e dei servizi da parte degli enti locali. In realtà non ha fatto risparmiare un euro facendo spendere, invece, circa 5,5 milioni per i soli costi di gestione.
Un vero e proprio carrozzone che non ha prodotto servizi e risparmi per i cittadini ,ma solo poltrone per la politica.
Con la costituzione di questa nuova Azienda, se da una parte si afferma e si enuncia come principio la partecipazione dei territori ,gli stessi pero' ne vengono esclusi generando il mancato coinvolgimento delle singole Aziende Asl nel governo della Sanita' Ligure.
Unificando e centralizzando le funzioni di programmazione e di gestione finanziaria nelle mani di pochi si porta di fatto ad un commissariamento delle Asl liguri.
Ci chiediamo allora quali e quante figure dirigenziali dovrebbero rimanere nelle Asl e con quali risparmi di spesa visto che le competenze vengono ridotte.
Rileviamo inoltre che, come già detto nella relazione illustrativa, la Regione punti soprattutto su appropriatezza ed efficienza dei percorsi di assistenza, ed abbia poca attenzione verso l'inclusione e la rimozione degli ostacoli socio-economici,ambientali e culturali in questo ambito.
Si parla infatti di “sostenibilità” a fronte di un “aumento della domanda assistenziale” e della contrazione del FSN, ma non si cita mai la necessità di affrontare in senso preventivo i determinanti sociali ed ambientali delle malattie e di contrastare le disuguaglianze di salute. Ancora una volta si antepongono le esigenze economiche a tutto il resto.
Infatti: “L’obiettivo è quello di incrementare e qualificare i servizi mediante la razionalizzazione delle risorse assegnate e l’accentramento delle funzioni tecnico amministrative”.
OSSERVAZIONI NEL MERITO
-art. 3 comma 2 lettera i)
Vengono accentrati e diventano di competenza esclusiva di Alisa le attivita' di definizione e stipula degli accordi con i pubblici e privati accreditati estromettendo cosi' dalle scelte le singole Asl.
Questa centralizzazione senza un meccanismo di coinvolgimento locale esclude l'apporto delle esperienze concrete locali che dovrebbero riportare sopratutto le esperienze negative avute con il privato convenzionato di zona.
-art.3 comma 2 lettera d) punto 2
Affidare ad Alisa la programmazione ,la governance e le politiche relative alle risorse umane di tutte le Asl ci preoccupa e ci appare quantomeno azzardato.
-art.5 organi dell' azienda
Viene preclusa la possibilita' che ogni azienda Asl possa avere un proprio componente negli organi dell'azienda (nella precedente azienda ARS era previsto un comitato di indirizzo)
-art.6 comma 5 lettera b)
Considerato che il direttore generale nomina il direttore sanitario, il direttore amministrativo e il direttore sociosanitario, perche' questi non vengono elencati tra gli organi aziendali dove rileviamo solo il direttore generale e il collegio sindacale ? (art 5)
-art.7 collegio sindacale
Il collegio sindacale viene nominato dal Direttore Generale generando un conflitto d'interessi in cui il controllore viene nominato dal controllato. Le preoccupazioni e i dubbi d' imparzialita' si acuiscono in quanto lo stesso Collegio Sindacale andra' poi ad effettuare la certificazione sulla GSA. Sarebbe quindi preferibile che la nomina fosse attribuita alla Giunta Regionale.
Non solo , rispetto alla predecente azienda ARS , dove le competenze di controllo spettavano ad un unica figura e cioe' il revisore dei conti (nominato per l' appunto dalla Giunta), qui viene nominato un collegio sindacale composto da tre persone con la conseguente triplicazione delle spese
-art.7 comma 2 lettera e)
La norma risulta in contrasto con la norma nazionale art.22 Dlgs 118/2011 nella parte in cui quest'ultimo prevede che siano le regioni (e non, come nel caso, il direttore di Alisa) a nominare il terzo certificatore dei bilanci della GSA (art.22 Dlgs 118/2011 lettera d) che cosi' recita “le regioni individuano un responsabile regionale che certifichi ,con riferimento alla gestione sanitaria presso la regione ecc.”
-art.13 finanziamento
Gli oneri di finanziamento di Alisa (106788,60 euro per il 2016 , 400mila euro rispettivamente per gli anni 2017 e 2018) sarebbe grave se ,come sembra , andassero a discapito del finanziamento per i Lea.
CONCLUSIONI
L'impianto del Ddl a nostro parere segna la logica che attualmente viene perseguita a vari livelli e settori del nostro sistema : e cioe' accentrare, ridurre la spesa ma anche la democrazia (PARTECIPAZIONE) , risparmiare sacrificando in primis i diritti degli utenti e dei lavoratori (spesso artificiosamente contrapposti).
Nel complesso, leggendo il Ddl aleggia in esso l'idea di una democrazia direttiva , quella che prende velocemente le decisioni ,allontanando il piu' possibile le persone dai luoghi dove si prendono le decisioni. Dà l'idea progressiva che la democrazia non sia necessaria, anzi sia di ostacolo all' efficienza.
E allora ci chiediamo dove sono rappresentati ,e in che modo, quelli che la sanita' la fanno tutti i giorni con sacrifici e abnegazione contro tutto e tutti e cioe' le migliaia di lavoratori che operano nella sanita' ligure.
Di fatto sono totalmente estromessi dalla partecipazione democratica ai processi decisionali.
Genova, 6 luglio 2016
USB P.I. Sanità - Liguria