Con l’approvazione in Senato della legge di stabilità si è messo un altro tassello all’opera demolitoria messa in atto dal Governo Renzi contro “il mondo di mezzo”. Non quello dell’inchiesta romana sulla corruzione nella Capitale, ma l’aggressione contro ogni corpo intermedio sia esso partito, sindacato o istituzione.
A farne le spese stavolta sono stati i lavoratori delle Province e delle neonate Città Metropolitane (dal 2015 dovranno funzionare rispettivamente con il 50% e il 30% in meno di personale), che – seppure in ritardo – hanno compreso che il loro posto di lavoro e la loro retribuzione sono messi in discussione.
Il sogno radioso di una mobilità dolce prefigurato dai sindacati della concertazione si è trasformato in un incubo: 20.000 esuberi!
Eppure ancora oggi cgil, cisl e uil continuano a condividere il progetto di smantellamento (per delicatezza chiamato riordino) delle Province, così come di ogni pezzo dello Stato Sociale, purché sia loro garantito uno strapuntino di finto tavolo negoziale e la certezza del monopolio sindacale e del sostegno economico (fondi pensione, organismi bilaterali, patronati, formazione, etc.).
Le iniziative di mobilitazione messe in atto e iniziate sin dal 10 Dicembre con un nostro presidio, sono poi proseguite fino al 19 Dicembre per le preoccupazioni del personale e delle RSU. Viceversa le segreterie confederali, fino all’ultimo hanno rassicurato e continuano a dire che la legge Delrio va bene così com’é.
Dove USB è stata presente la differenza si è vista. È stato così in molte regioni italiane: sia dove abbiamo condiviso con le RSU di altre sigle la protesta, sia dove non lo abbiamo fatto con iniziative differenti.
Ma a questi pupari che considerano i Lavoratori alla stregua di marionette da manovrare per i loro interessi – compreso il voto per le prossime elezioni RSU di Marzo 2015 – USB oppone un altro modo di fare sindacato.
Un modo scomodo e che non prevede alcuna delega, ma che indica a ciascuno la strada per rendersi protagonista del proprio destino.
Per questo continueremo in ogni Provincia e in ogni ambito di discussione nazionale e regionale a tenere viva la necessità di garantire le funzioni di area vasta in capo alle Regioni, anche se dovessero essere riordinate: e con tutto il personale!
Questo il nostro orizzonte, questo ciò che serve, anche quando i profeti dello Stato verticale dovessero rivendersi l’ennesimo accordo tranquillizzante