Si estende la protesta dei lavoratori giudiziari, che si attengono strettamente alle mansioni, alle norme e ai regolamenti imposti dalle procedure. Inizialmente fissata dal 15 al 20 marzo, la mobilitazione sta invece proseguendo e si diffonde in tanti uffici giudiziari su tutto il territorio nazionale.
Il personale intende così ribadire la propria opposizione al nuovo ordinamento professionale firmato da una minoranza sindacale (CISL e Unsa-Sag), che produrrà ulteriori nefaste conseguenze sul servizio e sui lavoratori, e reagire all’indifferenza mostrata dall’Amministrazione verso le reiterate richieste di condizioni lavorative accettabili.
La RdB P.I. Giustizia continua a sostenere la vertenza, ad organizzare in tutti i luoghi di lavoro assemblee informative, sit-in e presidi, ed invita i lavoratori giudiziari a proseguire nella mobilitazione anche attraverso la mancata disponibilità al lavoro straordinario post-elettorale, con la non adesione volontaria alla vigilanza al prossimo concorso di magistratura e con tutte le iniziative atte ad evidenziare le ragioni della protesta.
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