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GLS, agguato di caporali a tre lavoratori iscritti a USB nell'hub di Piacenza

Nazionale,

Giovedì mattina tre lavoratori della GLS di Piacenza sono stati vittime di un agguato nel parcheggio del loro magazzino. Dopo essere stati storditi con una pistola spray al peperoncino, sono stati aggrediti a colpi di tirapugni subendo lesioni gravi che al pronto soccorso sono state refertate con prognosi dai 10 agli oltre 20 giorni. La ragione di questo atto delinquenziale risiede nel fatto che un lavoratore, stanco del continuo dileggio e dei maltrattamenti subiti da un noto individuo, aveva chiesto un cambio si reparto.


È l’ennesimo episodio legato al clima di intimidazione, da tempo denunciato da USB, fatto di pratiche caporalesche da parte di capi e capetti per riaffermare continuamente un ruolo di dominio totale sui lavoratori, con annessa pretesa di dispensare privilegi o lavori punitivi.
Anche in questo caso per "pura casualità" capi e capetti picchiatori avevano in tasca la tessera di una sigla sindacale ostile, serialmente ostile, all’Unione Sindacale di Base.


Parliamo di agguato (praticato con un vero e proprio assalto a freddo) poiché non ci si reca al lavoro con pistola spray e pugno di ferro senza premeditazione.
Per l'ennesima volta ci troviamo a registrare, dopo l’aggressione, un comunicato di Sicobas diffamatorio, un mix di fandonie, propaganda, incitamento all'odio verso USB, che ha come fondamentale obiettivo quello di produrre una rottura dell'unità di classe.


La nostra percezione è che si cerchi di fomentare una guerra tra poveri per celare il fallimento di un progetto sindacale, che lungi dall'affermare un reale controllo operaio sulle cooperative e gli appaltatori nel mondo della logistica, si è trasformato in un carrozzone caporalesco che distribuisce solo potere e privilegi a pochi delegati e dirigenti sindacali.
Sicobas dovrebbe affrontare criticamente il fallimento del proprio progetto anziché infamare USB.


Non solo così non risolvono i loro problemi, ma non riescono nemmeno a nasconderli sotto un velo di menzogne, rischiando di fomentare una pericolosa rottura dell'unità di classe e tra le comunità migranti.


I lavoratori della logistica stanno già dimostrando di saper distinguere chi li vuole trascinare nelle macerie di una guerra tra poveri da chi sa invece individuare il nemico nei padroni, nelle false cooperative, negli sfruttatori.

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