Il ministro dell'Economia Grilli, “ologramma” del già tuttofare Monti, conferma con estrema franchezza ciò che diciamo da quando è nato questo governo. Tra le varie chiacchiere tendenti a tranquillizzare i cittadini italiani e non certo quei cosiddetti mercati di cui questa compagine governativa è fedele “ripetitore”, il nuovo ministro ha detto che non ci sarà patrimoniale, perché questa parola non fa parte del suo vocabolario.
Lo sapevamo ministro, lo sapevamo da tempo, come non fanno parte del vocabolario dell'intero governo e di chi lo appoggia più o meno convintamente le parole giustizia sociale, bisogni, speranza, diritti del lavoro, equità sociale, umanità, reddito sociale, democrazia, ecc., cioè tutti quei termini che rendono tante donne e tanti uomini cittadine e cittadini e non li lasciano sudditi nelle mani di poche donne e pochi uomini che detengono il potere.
Ben altre sono invece le parole che fanno parte del vocabolario dei tecnici che ci governano con un consenso di partiti mai verificatosi nel nostro paese: mercati, borsa, liberismo, banche, finanza, capitalismo, taglio dello stato sociale, riduzione dei diritti dei lavoratori, aumento del potere d'impresa, riduzione di salari e pensioni, licenziabilità, precarità ecc..
Qualche giorno fa le dichiarazioni di Monti su un giornale tedesco ha sollevato polemiche pesantissime in Germania soprattutto per il forte accento antiparlamentare del “nostro” famosissimo leader. La cosa più paradossale, grave e che dovrebbe far pensare più di qualcuno è che non c'è stata reazione in Italia se non quella dei soliti partiti di “maggioranza” che hanno difeso a spada tratta Monti e non hanno speso neanche una parola per sanzionare le sue affermazioni.
Dichiarazioni che di fatto hanno ridotto il parlamento a platea di ascolto e di consenso non dei cittadini che lo hanno votato ma di un governo costruito sulle aspettative della finanza, delle banche e dei grandi gruppi economici nazionali ed internazionali.
C'è un altro grande bene in pericolo in Italia: la democrazia!
Dice ancora, questo governo, che farà un brevissimo periodo di ferie. Noi speriamo per loro, ma soprattutto per tutti noi, che la loro vacanza sia invece lunga, lunghissima, se non altro per darci modo di riprendere fiato e di preparare un autunno che faccia riscaldare i motori al dissenso, all'opposizione sociale ed al conflitto sindacale.