I DIPENDENTI DELLA MENSA SENZA LAVORO NE' AMMORTIZZATORI…
ANCHE GRAZIE ALL’ISTAT
Il 30 giugno è scaduto il termine del vecchio bando di assegnazione del servizio mensa e ristorazione dell’Istat alla società Ladisa srl, che ha già inviato le lettere di licenziamento ai dipendenti con la medesima decorrenza. Dal 1 luglio 2020 avrebbe dovuto subentrare la nuova società vincitrice, la Siarc, per garantire la continuità dell’appalto, anche in assenza di servizio effettivo. La Siarc avrebbe inoltre dovuto assumere questi lavoratori, come previsto dalla clausola sociale inserita nel bando di gara nonché dalle norme del CCNL di categoria.
Invece la data di inizio è stata posticipata, visto che l’Istat ha concesso alla nuova società una proroga al 1 settembre per l’inizio delle attività. Con questa mossa improvvida l’Istituto ha creato artificiosamente un vuoto di due mesi nel quale sono caduti i lavoratori della mensa, diventati figli di nessuno: senza stipendio né ammortizzatori, visto che della richiesta di questi ultimi a partire dal 1 luglio avrebbe dovuto farsene carico la società subentrante. Un impegno che però la Siarc sembra non volersi assumere fino a settembre, grazie all’assist offerto dall’Amministrazione.
Abbiamo appreso dai sindacati trattanti che all'ultimo tavolo di contrattazione il caso “mense” è stato posto all’Amministrazione, che da parte sua ha affermato la volontà di voler arrivare a una soluzione della questione.
Peccato che la “questione” l’abbia creata la stessa Amministrazione con il suo comportamento superficiale e irresponsabile. A cominciare dall’invio alla ditta vincitrice del contratto da firmare solo il 26 giugno, quando la delibera di aggiudicazione era del 12 maggio (DAC/269/2020).
Non solo: il sindacato USB di categoria ci ha informato che il 2 luglio c’è stato un incontro on-line tra le due ditte e i sindacati di categoria a cui l’Istat, pur invitata, non ha partecipato.
Un altro incontro è fissato per il 7 luglio: ci attendiamo che l’Istat dia corso alle sue dichiarazioni e vi partecipi, essendo l’ente appaltante, per arrivare alla soluzione del problema da lei stessa creato. Sarebbe un doveroso atto di assunzione di responsabilità.
USB-PI Istat