Nell'Ordinanza sulle utilizzazioni è stato inserito un articolo che elimina la materia dell'assegnazione del personale ai plessi tra quelle di competenza della contrattazione tra dirigenti e RSU.
In pratica, il potere dell'assegnazione ai plessi era affidato ai dirigenti che però dovevano esercitarlo nei limiti dei parametri contrattati con le RSU.
In genere ci si accordava sulla base dei criteri della continuità e delle richieste del personale. Ora, invece, il dirigente può decidere a suo piacimento, visto che la legge Brunetta sulla Pubblica Amministrazione toglie l'organizzazione del lavoro tra le materie della contrattazione.
Questa misura, alla quale a breve seguiranno altre sull'applicazione della legge al comparto scuola, regala ai dirigenti una potente arma di ricatto verso i lavoratori che fanno rispettare i propri diritti.
Un insegnante scomodo che diffonda informazioni sindacali sgradite, ad esempio, potrà essere spostato dal plesso di servizio in cui lavora; ad un collaboratore scolastico che legittimamente rifiuti lavoro straordinario può essere minacciato lo spostamento in una scuola scomoda per lui da raggiungere e così via.
Ma i giochi non sono del tutto fatti.
Se è vero che ai dirigenti viene dato questo nuovo enorme potere, è anche vero che le RSU e i lavoratori in genere hanno diversi strumenti di pressione (dal rifiuto degli incarichi di gestione delle attività scolastiche, al rifiuto dello straordinario per gli ATA, fino alla bocciatura in Collegio dei docenti di qualche progetto inutile, ma che dà lustro al dirigente).
Se l'attività sindacale si limitasse all'applicazione della normativa esistente, anche quando ingiusta e illegittima, non servirebbero i delegati sindacali e oggi porteremmo ancora le catene.
L'appello a tutti i lavoratori è quindi quello di organizzarsi collettivamente per prepararsi a rispondere a questi ulteriori attacchi (contattate l'USB per avere assistenza).
Chi pensa di risolvere individualmente è solo condannato a soccombere in solitudine.