(16/20) Il Tribunale di Torino ieri ha dichiarato l’insolvenza della società MANITALIDEA S.p.A. disponendo che l’impresa sia messa in amministrazione controllata e affidata a Commissari giudiziali. Tale decisione è la fine delle speranze per i lavoratori di MANITAL che operano all’interno dell’INPS di riuscire ad ottenere dall’azienda le retribuzioni arretrate, il pagamento degli straordinari ed i buoni pasto. L’unica possibilità è che intervenga l’INPS a farsi carico di tali incombenze rivalendosi successivamente sulla società.
Siamo in costante contatto con il presidente dell’Istituto e con i dirigenti centrali preposti. Tuttavia le lavoratrici ed i lavoratori non possono attendere oltre. Ci sono affitti, mutui, spese quotidiane a cui far fronte e per chi ha retribuzioni minime non percepire anche un solo mese di stipendio diventa un problema, figurarsi quando i mesi diventano due, tre o anche di più, quando a Natale hai dovuto chiedere un prestito ai tuoi familiari per fare un regalo ai tuoi figli o quando sei in arretrato con il negoziante che ti ha fatto credito. La situazione è drammatica ed i vertici dell’INPS insieme ai direttori centrali interessati se ne devono rendere conto. Non si possono attendere i tempi della burocrazia.
Da oggi la USB invita le lavoratrici ed i lavoratori a recarsi regolarmente a lavoro nelle sedi dell’INPS ma ad incrociare le braccia rifiutando di svolgere un servizio per il quale non si è pagati, evitando di fare la pulizia delle sedi con i pochi materiali disponibili che mettono a rischio l’igiene e la salubrità degli ambienti di lavoro.
Negli anni ’70 del secolo scorso questa forma di protesta si chiamava sciopero interno e serviva ad evitare che il lavoratore ci rimettesse la paga giornaliera di fronte all’arroganza del padrone. Oggi questa forma di protesta si rende necessaria perché chi lotta non ha retribuzione e quindi non può permettersi di scioperare rinunciando a ciò che non ha. Tu non mi paghi io non lavoro. Molto semplice, molto diretto.
Chiediamo alle colleghe ed ai colleghi dell’INPS di solidarizzare con i lavoratori in lotta della MANITAL e di sostenere le loro rivendicazioni, mettendosi nei panni di chi, secondo regole che non hanno anima, dovrebbe continuare a lavorare anche senza retribuzione.