Le nuove tecnologie avrebbero dovuto liberare le persone dal giogo del lavoro precario e sfruttato, invece, sono diventate uno strumento di controllo delle energie intellettuali.
I lavoratori della conoscenza sono ancora più precarizzati rispetto a quelli tradizionali la maggior parte è costretta a muoversi fra contratti a progetto e tirocini con uno stipendio puramente simbolico, basato sul ricatto dell’acquisizione di una fantomatica esperienza da inserire nel curriculum, necessaria a una futura assunzione.
Nel lavoro tradizionale, la garanzia del salario, seppur minimo, costringe, troppe volte, i lavoratori a sottostare all’erosione di diritti e sicurezza.
Nel lavoro cognitivo, la categoria del salario è completamente svuotata: esiste, solo, il lavoro gratuito.
La diffusione, sempre maggiore, di varie forme di lavoro gratuito mostra come le mansioni, svolte dal lavoratore cognitivo, coincidano con i suoi desideri, con la rappresentazione che egli ha di se stesso. Questa è stata la grande incomprensione del sindacalismo tradizionale e dei sindacati confederali. Se quello che facciamo, o di cui ci occupiamo, ci caratterizza, non come lavoratori, ma proprio come individui, siamo costretti a sottostare allo sfruttamento non pagato pur di essere noi stessi.
L’Usb Viterbo vuole ribaltare questa realtà; per questo sta iniziando un percorso di emancipazione con tutti i lavoratori della conoscenza con l’obiettivo, nell’immediato, del riconoscimento di diritti e sicurezza.
Nel lungo termine, il sindacato di base al fianco di tutti i lavoratori si batte per l’introduzione del diritto al reddito, come unica soluzione per liberare gli individui dal ricatto del “lavoro cattivo”, inteso come lavoro nero e grigio, così da incentivare, non solo il lavoro cognitivo, ma lo sviluppo cognitivo dell’intera società.
Per qualsiasi informazione specifica, i lavoratori possono scrivere allo sportello sociale Usb Viterbo all’indirizzo:https://www.facebook.com/usbvtprivatieprecari/