Contro l’impoverimento del salario e l’aumento dei carichi di lavoro
Nel corso degli ultimi 12 mesi, i principali contratti nazionali sottoscritti dai sindacati complici (ferrovie, porti, autoferrotranvieri, logistica, etc..), hanno proseguito a impoverire il nostro salario, con aumenti medi mensili tra il 6 e l’8%, ben al di sotto dell’inflazione e senza alcun intervento teso a diminuire l’orario di lavoro. Le federazioni dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil hanno mantenuto invariati i dogmi della moderazione salariale e della compatibilità, senza alcun intervento teso a ridurre l’orario di lavoro, producendo l’ulteriore destrutturazione e impoverimento di questo settore.
Noi dicamo basta! Chiediamo 2.000€ di minimo tabellare per chi entra con riparametrazione di tutti gli scatti, progressione e istituti retributivi e con il recupero automatico dell’inflazione legata all’indice FOI.
Per rivendicare l’intervento strutturale sulla sicurezza sul lavoro
Mentre si si aggrava la strage quotidiana di addetti ai trasporti, continua la mancanza di una politica più incisiva riguardo il sistema di prevenzione, controllo e tutela sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire da un ruolo più incisivo degli RLS che, pur essendo un patrimonio del comparto, subiscono la stessa sorte del mancato rinnovo di tutte le rappresentanze.
Per reclamare la democrazia sindacale scomparsa dai luoghi di lavoro
Nessuno dei CCNL degli ultimi anni è stato sottoposto a consultazioni aperte, trasparenti e verificabili. Quelle che ci sono state sono state solo consultazioni pasticciate, come nel caso delle attività ferroviarie. Allo stesso modo, in questo settore appare sempre più insostenibile il mancato rinnovo delle RSU nelle maggiori aziende e la progressiva scomparsa di qualsiasi forma di elezione diretta dei propri delegati e delle proprie delegate, incluso quello degli RLS.
Una situazione di questo genere è intollerabile, tesa a blindare l’attuale sistema deficitario di contrattazione e rappresentanza, introiettando così frustrazione e rassegnazione nelle menti dei lavoratori e lavoratrici.
Usb rivendica le iniziative concrete lanciate contro l’economia di guerra
Siamo orgogliosi e orgogliose di aver lanciato da mesi due strumenti collettivi contro le guerre e contro il genocidio del popolo palestinese: lo sciopero contro il carico/scarico/trasporto di armi, e l’obiezione di coscienza. Siamo convinti e convinte che il protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici in questo senso possa rappresentare un grande valore aggiunto, non solo per il movimento sociale per la pace, ma anche per la capacità stessa di ribaltare le logiche d’impoverimento dei salari e del taglio dei servizi pubblici - tagli propri dell’economia di guerra, che ci condiziona esplicitamente da più di 3 anni.
Su tutto questo chiediamo a tutti i lavoratori e lavoratrici del comparto a partecipare allo
Sciopero generale del 28 novembre tutti in piazza il 29 novembre a roma
Per sostenere la piattaforma di usb su salari, diritti, sicurezza, servizi pubblici, per la casa e per la pace.
Per rompere la gabbia dell’attuale sistema di contrattazione e dare una nuova rappresentanza al mondo del lavoro dei trasporti