Ce l’aspettavamo ed è successo. I centri di potere indebito hanno levato i loro scudi a difesa dello status quo, non riescono a digerire che a decidere i richiami sia da oggi in poi un atto pubblico più trasparente ed equo deciso finalmente per rispettare i criteri previsti.
L’applicazione di criteri sottrae alle decisioni arbitrarie, clientelari e familistiche la gestione dei richiami fatti ad personam in abuso d’ufficio, creando dei veri e propri centri di potere occulto che con la complicità, la collusione ed il silenzio generale hanno abusato dell’altrui condizione di necessità .
È del tutto evidente che chi si era creato per anni un centro di potere proprio per derogare alle regole, oggi non può che avversare il ripristino della legalità. La trasparenza toglie dalle sporche e disoneste mani dei burattinai la possibilità di decidere chi dovesse lavorare, dove e per quanti giorni. Giustizia è fatta? Dall’altra parte qualcuno non ci sta, e pur di restare sul trono che pazientemente negli anni si sono costruiti i burattinai e le loro agguerrite clientele, hanno messo in moto la più deplorevole delle armi: la macchina del fango.
Abili nel diffamare e nel far terra bruciata attorno ai pochi che si frappongono, arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti utilizzano sapientemente la menzogna, scaricano colpe a chi non può averne, se non quelle di voler sanare lo squilibrio, benché essi vogliano far credere il contrario. E’ la ricerca del capro espiatorio, così come accadde per lo sterminio degli armeni, con gli ebrei nella Germania nazista, è la logica del colpiscine uno per educarne cento, è l’arma impropria della discriminazione, delle calunnie, della delegittimazione e degli attacchi personali, dell’intimidazione, del dissuadere per convincere, per piegare altri alla propria volontà.
Vorrebbero raccontare un’altra verità, ma l’unica cosa che hanno prodotto è asservimento e sudditanza. Lavoratori potenti che a scapito di altri più deboli hanno innescato tra questi una spietata concorrenza privandoli della propria dignità.
La legalità li ha detronizzati e non ci stanno a svestire i panni dei protagonisti, la fama ed il potere gli hanno obnubilato la mente, come tiranni messi sotto l’assedio dal desiderio di giustizia si chiudono nei loro bunker per fare la conta dei fedelissimi, gettare infamia è il colpo di coda di un regime che volge al tramonto.
L’aria fresca della legalità si sostituisce al marciume arrivando con i suoi folati ovunque incontenibile, restituendo dignità perdute. Certo la fine delle aberrazioni prodotte da questo sistema non restituirà i danni patrimoniali ai malcapitati, e forse non vedremo più quelle di un apparato arrogante e presuntuoso che ha visto lavorare a braccetto padre e figli, zii e nipoti, dove il controllato ed il controllore convergevano nella stessa persona. Forse non vedremo più file di colleghi che si sono dovuti umiliare nel chinare il capo per elemosinare con il cappello in mano i propri diritti.
mercanti di schiavi