Questa mattina, 30 novembre 2009, si è svolto al tavolo nazionale un nuovo incontro tecnico sulle progressioni economiche all’interno delle aree.
L’Amministrazione ha presentato un lavoro molto dettagliato e particolareggiato, che però, a nostro avviso, risente di un’eccessiva “tecnicità”, non affrontando minimamente alcune questioni di carattere politico che la RdB ha già sollevato più volte, anche nel corso del precedente incontro.
Alla luce di queste considerazioni abbiamo nuovamente chiesto di affrontare la questione con un taglio diverso, iniziando a valutare alcune problematiche irrisolte da molti anni e che necessitano di soluzioni che parzialmente possono essere trovate anche attraverso la scelta relativa alle progressioni economiche.
Abbiamo posto il problema dell’area A: ci sembra doveroso dare un segnale a questi lavoratori, anche in termini di inquadramento economico. Anche se si sta lavorando per richiedere alla Funzione Pubblica l’autorizzazione per l’emanazione di un bando per il passaggio a B1, sappiamo tutti che, visti i tempi biblici legati alla burocrazia (richiesta di autorizzazione all’emanazione del bando- effettuazione del concorso- richiesta di autorizzazione all’assunzione- visto che si tratta di un passaggio considerato alla stregua di una nuova assunzione) e legati alla situazione contingente (blocco quasi totale delle assunzioni sino al 2013) i lavoratori dell’area A, bene che vada, dovranno aspettare anni per arrivare a B1! Prevedere la possibilità che i colleghi A1 transitino in A2 e quelli A2 transitino in A3 non ci sembra francamente una proposta inverosimile, anche in considerazione delle attività che questi lavoratori svolgono da anni negli uffici dove sono incardinati. Lo stesso vale per quei pochi lavoratori ancora inquadrati a B1.
Abbiamo inoltre sottolineato la necessità che si trovino delle soluzioni per alcuni profili professionali che, a parità di funzioni, sono “sparpagliati” su più posizioni economiche. Sappiamo benissimo che il nuovo ordinamento professionale scaturito dall’ultimo contratto ha creato delle aberrazioni, introducendo la massima flessibilità all’interno delle aree-che equivale a dire “facciamo lo stesso lavoro, ma siamo pagati diversamente”- ma ci sono delle situazioni per le quali il sindacato ha il dovere morale di dare delle risposte, alla stregua di quanto è stato fatto per il profilo ispettivo.
Ci riferiamo nello specifico alla situazione del personale sanitario non medico, del personale socio educativo e del personale tecnico, dove è praticamente impossibile giustificare la differenza economica tra le varie posizioni economiche. Siamo consapevoli che le nuove regole non ci consentono di trovare una soluzione immediata a tutte queste situazioni, ma nostro dovere è quello di porre il problema ed attutire le differenze, anche attraverso i passaggi economici.
Inoltre all’interno del personale sanitario non medico, crediamo non sia più possibile continuare ad ignorare la posizione paradossale dei 174 lavoratori ancora inquadrati a C1 perché, in massima parte, non hanno potuto usufruire dell’ultimo passaggio a C2 in quanto per una manciata di giorni non avevano il requisito dell’anzianità previsto.
Una volta affrontate queste questioni di natura più politica, si potrà procedere alla individuazione dei contingentamenti per i passaggi economici per tutte le altre qualifiche e profili professionali. Questa la posizione che abbiamo sostenuto nel corso dell’incontro.
Ad onor del vero dobbiamo sottolineare che al tavolo abbiamo trovato su queste nostre posizioni, un’apertura non solo delle altre Organizzazioni Sindacali, ma anche dell’Amministrazione che si è impegnata a presentarci una proposta che vada nella direzione da noi richiesta. Ci sembra un buon segnale, da non sottovalutare. Ma, come sempre, aspettiamo di vedere la proposta definitiva.
Roma, 30 novembre 2009