Lavoratori,
RdB, in questi ultimi anni non è mai stata alla finestra, anzi è sempre stata in prima linea a contrastare questa indecorosa riforma, si tratta di quelle riforme di cui solitamente si sente parlare e si fanno in paesi in cui i problemi personali, dei politici e governanti, vengono prima di quelli collettivi, di quelli dei cittadini.
In principio, eravamo in tanti a contrastare il cambiamento.
Strada facendo siamo rimasti quasi soli!
Il panorama delle OO.SS. che non hanno condiviso questo brutto “ritorno al passato” era variegato e rappresentativo sia del personale operativo sia di quello dirigente.
La controparte, chi voleva il cambiamento, era composto dal sistema prefettizio ed alcune rappresentanze dei lavoratori. In pratica il sindacato più rappresentativo dei vigili del fuoco ha appoggiato il progetto dei prefetti, sedotto dalla prospettiva di allargare il bacino dei rappresentati.
Peccato che gli stessi sono andati a recuperare deleghe nel comparto militarizzato e utilizzato tra i lavoratori una propaganda inneggiante ad un mondo migliore sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista degli strumenti e mezzi indispensabili per svolgere al meglio il nostro lavoro.
Per dovere di cronaca siamo ancora in attesa dei miglioramenti che ci avrebbe dovuto portare il “mondo nuovo”.
Alle soglie delle modifiche della legge ordinamentale (DL.217) e alla definitiva emanazione decretazione del regolamento di servizio, come RdB vogliamo, per l’ennesima volta, ribadire che il Corpo nazionale è cosa diversa da quelle istituzioni che fanno parte del Comparto Sicurezza.
Che la politica in generale non ha rivolto la dovuta considerazione nei confronti dei Vigili del Fuoco.
Che la corretta considerazione NON è quella di affibbiare ai pompieri compiti di pubblica sicurezza.
Probabilmente sarebbe bastato osservare con più attenzione ciò che è stato fatto in Abruzzo e sarebbe certamente stato più chiaro comprendere chi sono i Vigili del Fuoco, la funzione che svolgono e qual è di fatto il loro compito istituzionale.
Tuttavia, è più evidente, invece, il disinteresse mostrato dai governi che si sono avvicendati nell’ultimo decennio, nonostante questo paese venga continuamente segnato da drammatiche e disastrose calamità sia naturali che di natura antropica.
E il Corpo Nazionale chi se lo fila? Svolge, si dice, un compito istituzionale delicato e prioritario in questo paese, ma non rientra praticamente mai nelle priorità dei governi.
Allora dobbiamo dedurre da ciò che non è così prioritario il soccorso al cittadino, anche in funzione del fatto che i Vigili del Fuoco, nonostante siano la struttura portante sono estromessi dalla protezione civile, causa la riforma che toglie loro le funzioni.
Tutte considerazioni che trovano spiegazione nella creatura che sta per nascere in materia di Protezione civile: una S.P.A (società per azioni !). Una nuova struttura orientata a fare business, che con proprio organico assunto senza procedure concorsuali gestirà le emergenze. Le calamità naturali, sotto questa nuova idea di gestione dell’emergenza, finanzieranno le assicurazioni, in quanto i cittadini dovranno assicurarsi la casa a spese loro contro eventuali calamità naturali.
Il Corpo Nazionale sempre più emarginato dai compiti di protezione civile piano piano sarà accompagnato alla porta !