Padova - Michele Zuin è uno dei cento co.co.pro. che lavorano per il Comune di Padova. Papà di un bimbo di pochi mesi, in tasca una laurea in scienze forestali e un master, da cinque anni si occupa dei progetti di educazione ambientale promossi da palazzo Moroni. Il suo lavoro è appeso a un filo, come quello di molti altri suoi colleghi. Per portare all'attenzione pubblica le ragioni dei precari che lavorano negli enti locali, ieri Adl Rdb ha indetto uno sciopero nazionale. A partire dal 2007 la finanziaria ha introdotto la possibilità di stabilizzazione per chi ha lavorato per almeno tre anni con un contratto "atipico" negli enti pubblici.«Una facoltà - spiega Daniela Luise di Adl Rdb - che l'amministrazione vorrebbe utilizzare soltanto per chi ha "all'attivo" almeno tre anni con lo stesso tipo di contratto, escludendo di fatt chi è passato da un co.co.pro. a un tempo determinato fino a un lavoro a partita Iva. Si tratta di dipendenti che lavorano da anni per il Comune, ma che non avendo collezionato tre anni con uno stesso tipo di rapporto di lavoro rischiano di essere tagliati fuori dalla stabilizzazione». Alla prospettiva di dover rinunciare al tanto agognato posto fisso, si aggiungono i timori per il futuro: «La finanziaria ha reso più difficile il rinnovo dei contratti a termine». Chiamato in causa dall'Adl, l'assessore Marco Carrai spiega che il Comune «si sta attivando per consentire la stabilizzazione del maggior numero possibile di precari». «Lo scorso anno - aggiunge - 80 rapporti di lavoro a termine sono stati trasformati in tempo indeterminato. Per quest'anno stiamo cercando di capire se sia possibile dare un'interpretazione estensiva della finanziaria facendo rientrare nell'elenco chi ha lavorato per più di tre anni, ma con tipologie di contratti diversi». Entro la fine del mese il Comune dovrà presentare la pianta organica aggiornata con le previsioni di assunzioni per il prossimo triennio. «I dipendenti a tempo determinato attualmente sono 1800 a fronte di una pianta organica che prevede 2264 persone », spiega la Luise. «I 100 co.co.pro, cui si aggiungono altrettanti lavoratori a tempo determinato, rimpiazzano il buco dovuto alle carenze d'organico. Spesso svolgono lavori di alta specializzazione». La situazione in Provincia non sembra migliore: «Siamo ancora in attesa di conoscere il numero dei precari impiegati», spiega la Rsu Giuditta Brattini.(RO.VO.)
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