Dall’articolo apparso oggi su Fanpage emerge chiaramente il disprezzo con cui l’amministrazione Capitolina tratta gli inquilini delle case popolari. Una guerra messa in atto verso uno dei settori più deboli della nostra città che passa dai controlli polizieschi simili ai rastrellamenti, alla narrazione mediatica atta a colpevolizzare e ad additare come scrocconi e furbetti coloro i quali pagano un canone sociale. Da tempo a questa guerra è affiancata una precisa e mirata schizofrenia amministrativa, nella quale vengono coinvolti i Municipi in qualità di primi enti di prossimità.
Come già denunciato dal nostro sindacato Roma Capitale non ha chiari i dati (contabili, ma non solo) relativi al proprio patrimonio (comunicati del 19 e del 22 febbraio 2021) ed ai relativi inquilini. Non possiede cognizione sui reali rapporti di appalto ai quali vengono affidati i vari servizi che eroga, o meglio che dovrebbe erogare (pulizia, cura del verde, manutenzione caldaie, ascensori etc…) e di conseguenza non può attuare un vero decentramento verso i Municipi. Non potrebbe, ma lo fa. E lo fa senza risorse, senza personale e senza nessuna volontà politica di gestire l’esiguo patrimonio pubblico esistente destinato all’assistenza alloggiativa (figuriamoci progettarne un incremento). Va da sé che col tempo la volontà a non gestire si è trasformata in incapacità di gestione, con lo svuotamento dagli uffici di qualsiasi competenza.
Oggi apprendiamo che in previsione di uno stanziamento triennale di 21 milioni di euro, l’allocazione iniziale è pari a 4 milioni (annui), ripartiti sui territori in base al numero di alloggi ivi presenti. Queste cifre sono palesemente insufficiente e rappresentano uno schiaffo in faccia a tutti gli inquilini che da anni aspettano che gli spazi in cui abitano vengano non solo riqualificati, ma in alcuni casi messi letteralmente a norma. Ad esempio nel Municipio VI “Le Torri”, quello col più alto numero di immobili pubblici di proprietà del Comune, la spesa media per alloggio popolare stanziata e messa a disposizione delle già esigue casse municipali ammonta a poco più di 100 euro! Una vergogna senza fine, soprattutto se guardiamo allo stato degli alloggi, degli spazi e degli immobili nel loro complesso.
Asia-USB continua a chiedere la progettazione, il finanziamento e l’attuazione di politiche abitative degne di questo nome, che comprendano un rilancio a tutti i livelli della funzione dell’edilizia pubblica e del diritto all’abitare, con al centro i bisogni delle persone e una visione della città pubblica e accessibile a tutti.
Asia-USB