Roma Capitale ha approvato una Delibera di Giunta che prevede la riorganizzazione di una task force speciale, composta da agenti della polizia municipale, che sarà impegnata principalmente nei controlli delle case popolari, specie quelle detenute senza titolo dagli inquilini. Detta in parole povere: il Comune di Roma sta riorganizzando la macchina degli sgomberi che tanto ha dato, secondo le dichiarazioni sia dell’Assessore Zevi che del Consigliere Trombetti, in passato alla città. Allora ricordiamo alcuni dei risultati più illustri che la squadra speciale del Comune ha ottenuto sul campo negli anni scorsi:
- lo sfratto di Glauco e Dea a Tor Bella Monaca, poveri e anziani (https://bit.ly/378wlAQ), i quali sono poi usciti senza macchia dal processo che li accusava di occupazione senza titolo (https://bit.ly/3LSOyll);
- Paola di San Basilio, la pensionata sociale cacciata il 21 dicembre e poi ricacciata a Marzo (https://bit.ly/3J5fhJk);
- Gianni, il cardiopatico che vive in uno scantinato nel cuore del Tufello (https://bit.ly/3qW2y5w).
Tutti inquilini che non hanno né redditi alti, né tenori di vita poco congrui per chi abita in un alloggio popolare, ossia "non hanno il macchinone".
Tra l’altro la retorica dei “furbetti col macchinone” è pura propaganda. Dopo aver privatizzato tanto patrimonio pubblico con i piani vendita degli anni passati, all’interno dei lotti popolari tanti alloggi sono stati oggetto di diverse compravendite e adesso chi ci abita è (o almeno si reputa) libero da ogni vincolo. D’altro canto l’uso della legge sui canoni privati la n. 431 del 1998 per gli assegnatari che superano il limite reddituale della decadenza, consente di permanere negli alloggi con qualsiasi reddito (proprio coloro che possiedono i macchinoni) ed è stata una scelta normativa della Regione Lazio, scelta che questo sindacato ha sempre contestato (l’articolo 1 della suddetta legge ne vieta l’applicazione per gli immobili di edilizia pubblica) e che gli enti gestori non vedono l’ora di applicare per incassare di più. Inoltre, sempre la Regione Lazio, col plauso di tutti eccetto Asia-Usb, continua a rivendicare il sedicente bando dell’Ater sull’Housing Sociale. Peccato che con questo bando si usino illegittimamente alloggi destinati all’assistenza abitativa per contratti di locazione simil-privati (la Regione ha approvato un emendamento nascosto in una maxi-norma per andare in deroga alla legge) destinati a famiglie che producono un reddito più alto di quello previsto per le case popolari. Infine, l’ultima inchiesta importante sulle case popolari a Roma ci ha raccontato un’altra dimensione, in cui i furbetti esistono, ma spesso si trovano all'interno degli uffici (https://bit.ly/3tZmUN5).
Asia-Usb, che da sempre chiede una gestione seria, trasparente e professionale del Patrimonio pubblico, oltre che un suo significativo incremento, non può che esprimere dissenso riguardo la delibera approvata e le dichiarazioni che la accompagnano. Ci saremmo aspettati una task-force per lavorare le sanatorie del 2020/21 (non né è stata lavorata nemmeno una), per i censimenti (il Comune è indietro di 3 anni), per la manutenzione delle case in cui piove dal soffitto (https://bit.ly/3u0AYGf), per le istruttorie delle domande di assegnazione (anche qui il tempo impiegato è di circa due anni), invece nulla. Si pianificano solo gli sgomberi. Ne prendiamo atto. Ci faremo trovare ai nostri posti.
Asia-Usb Roma