Ablondi ha iniziato a “ridurre i costi” partendo dall’ospedale di Rivolta d’Adda, annunciando la sospensione, a far tempo dal 10 settembre, della distribuzione dell’acqua minerale ai pasti.
E già questo doveva fare inviperire pazienti, famigliari e cittadini, anche perché l’acqua, per i malati è fondamentale.
Successivamente, con nota del 13 settembre, ha esteso i tagli all’ospedale di Crema e ha deciso di togliere lo yogurt, le fette biscottate e la marmellata a colazione, di non fornire più bottigliette d’acqua, i condimenti monodose (formaggio, olio e aceto) e di eliminare il sacchetto con alimenti per i dipendenti in servizio notturno.
Inoltre è stato ridotto radicalmente il servizio di pulizia di uffici e reparti.
Tutto questo è inaccettabile.
Ablondi deve annullare questi provvedimenti. Gli sprechi son ben altri: inizi a tagliare sulle consulenze d’oro elargite a medici e dirigenti in pensione.
L’acqua è un bene fondamentale.
I lavoratori che lavorano nel turno di notte hanno diritto al sacchetto di cibo.
La vergogna è sapere che la Regione Lombardia ha “regalato” centinaia di milioni di euro al San Raffaele e alla Maugeri e ora si arriva ad attaccare le condizioni di vita dei pazienti.
Invitiamo pertanto i cittadini e le cittadine, le associazioni che difendono la sanità come bene pubblico, i lavoratori a sostenere e sviluppare le iniziative finalizzate a mantenere la qualità dell’assistenza nell’azienda ospedaliera di Crema.
Non è accettabile il ricatto di Ablondi:”o questi tagli, oppure quattro licenziamenti”!
Unione Sindacale di Base