È davvero sconcertante il candore col quale il Ministro Zangrillo, in una intervista, riconosce che per recuperare integralmente l'inflazione sarebbe stato necessario per i rinnovi dei contratti pubblici, stanziare 30 miliardi a fronte degli 8 previsti nella legge di bilancio.
È sconcertante soprattutto che un Ministro possa con tanta tranquillità certificare che, a seguito di questi rinnovi contrattuali, milioni di lavoratrici e lavoratori perderanno oltre 2/3 del potere di acquisto delle retribuzioni. Un problema, quello salariale, che è diventato anche un deterrente per le nuove assunzioni, in particolare per quei nuovi assunti che vengono spediti lontano da casa e che sono costretti a dimettersi dopo pochi mesi perché non riescono a sostenere i costi degli affitti.
Al Ministro non viene minimamente in mente che la vertiginosa impennata delle spese militari (schizzata a circa 29 miliardi) avviene a scapito dello stanziamento per i rinnovi contrattuali e che un Ministro per la PA dovrebbe battersi affinché risorse per la spesa sociale non vengano distratte per finanziare guerre e armi.
Ma bisogna "fare i conti con la realtà", dice il Ministro.
E la realtà è che oggi la logica della guerra orienta e determina tutte le scelte economiche e il potere di acquisto dei salari dei lavoratori pubblici è sacrificabile.
Un realismo al quale Usb non si rassegnerà mai continuando a richiedere risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali pubblici, a partire dal tavolo di domani per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali.
Vogliamo aumenti contrattuali veri, non elemosine elargite mentre si finanziano guerre!
USB P.I.