Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Privato

ILVA: LO SCIOPERO PROSEGUE SINO ALLE 7 DI MARTEDI 6 NOVEMBRE

Taranto,

Le minacce aziendali salgono di tono ma si scontrano con la fermezza e l'unità dei lavoratori.

Se non ci saranno novità positive e non si aprirà un serio confronto con l'ILVA lo sciopero indetto da USB proseguirà almeno sino alle 7 di martedì 6 novembre. Così hanno deciso i lavoratori che nel reparto MOF (Movimento Ferroviario), quello dove è morto il giovane loro compagno; tra i lavoratori l'adesione allo sciopero è del 100% e abbandonano Fiom, Fim e Uilm in massa per aderire a USB.

L'USB ha quindi inviato formalmente la nuova dichiarazione di sciopero.

I lavoratori  invitano tutti gli operai dell'ILVA ad aggiungersi agli scioperanti.

Ai cittadini di Taranto richiedono invece non soltanto solidarietà, ma una condivisione concreta della loro lotta che è anche per difendere tutta la città.

USB ha inoltre inviato una richiesta di incontro all'ILVA che continua ad ignorare la nostra reale rappresentatività. Inviata anche una richiesta al Prefetto per una convocazione urgente delle parti per avviare un confronto con l'azienda sulla piattaforma decisa dai lavoratori e per affrontare i gravi problemi di sicurezza presenti nell'impianto.

La dirigenza aziendale è sempre più nervosa e scomposta e fa filtrare anche notizie assurde e fuori dalla realtà di centinaia di licenziamenti, ma i lavoratori rispondono in modo compatto.

Ferma la dichiarazione di Fabrizio Tomaselli dell'Esecutivo nazionale confederale USB: ”Forse qualcuno pensa di mettere paura ai lavoratori e di avere a che fare con una protesta stracciona. Ma di stracciona qui c'è soltanto una realtà fatta di anni di impunità per un'azienda che pensa di poter continuare a fare ciò che vuole a dispetto della legge, delle sentenze e della costituzione. Quest'estrema agitazione aziendale dimostra che lo sciopero funziona e rende ancor più evidente che nel recente passato gli “scioperi pilotati” con capi e dirigenti in testa non erano veri scioperi. E' ora che il governo e le istituzioni intervengano per far rispettare la legge e magari non sarebbe male che si facesse sentire anche il Presidente della Regione. USB è comunque pienamente coinvolta nella vertenza e sostiene in tutti i modi i lavoratori in lotta”.