Ricordiamo che la tassa sui permessi esiste già dall’11 dicembre 2006 e veniva introdotta con il protocollo firmato tra Ministero dell’Interno in collaborazione con l´Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Poste Italiane S.p.A. e gli Istituti di Patronato.
Così una procedura che prima dell’11 dicembre 06 costava in termini economici non più di 15,00 euro per la marca da bollo da apporre sulla pratica, è passata a 72.12 per ogni rinnovo o eventuali integrazioni.
L’aumento di quasi il 500% però non ha portato alcun miglioramento nell’espletamento delle pratiche, tanto che per il rilascio del permesso di soggiorno i tempi di attesa vanno dai 6 ai 12 mesi e in alcune città sfiorano i 18.
L’allora Ministro dell’Interno Giuliano Amato, governo Prodi, lo definì “una rapina ai danni dei cittadini immigrati” ma niente cambiò; oggi la storia si ripete.
Ma come se non bastasse la vocazione razzista di questa maggioranza governativa si conferma con l’imposizione di un ulteriore balzello per chi chiede la cittadinanza, 200 Euro, e soprattutto con l’introduzione del reato di clandestinità punito con un’ammenda da 5.000 a 10.000 euro e con il rischio del carcere fino a 5 anni per chi impiega clandestini.
Ancora una volta si scaricano sui settori più deboli e senza rappresentanza politica gli effetti di giochi politici perversi, che cercano di far leva sulle pulsioni più retrive del corpo elettorale per attrarre consensi.
La RdB/CUB Immigrazione invita i lavoratori migranti ed italiane a unirci con iniziative di denuncia e di lotta (Volantinaggio, assemblea, presidi) contro chi mercanteggia i diritti di cittadinanza di migliaia e migliaia di immigrati.