Questa la truffa, togliere o no l’IMU……
Negli ultimi 10 anni abbiamo perso il 40% del potere d’acquisto degli stipendi, nello stesso periodo i carburanti per autotrazione sono aumentati del 80%, luce e gas del 40%, sono raddoppiate le tasse universitarie. Negli ultimi anni politiche miopi e criminali hanno tagliato risorse alla sanità e al soccorso, i Vigili del Fuoco si sono visti tagliare il 35% dei fondi e si sono persi quasi 50.000 posti letto a seguito di chiusure di reparti o addirittura interi ospedali. Dal 2009 ad oggi è aumentato del 53% il ticket sanitario, sono aumentati del 75% i pignoramenti e le esecuzioni immobiliari, a causa soprattutto dell’impossibilità di far fronte ai mutui, negli ultimi 5 anni oltre 240.000 famiglie sono state sfrattate perché non più in grado di fare fronte agli affitti cresciuti in 10 anni del 140% . Nel 2012 sono state richieste oltre un miliardo di ore di cassa integrazione, si sono persi 500.000 posti di lavoro negli ultimi 4 anni, il 60% al sud, solo nell’ultimo anno si sono persi 248.000 posti di lavoro; la disoccupazione è salita all’ 11.5%, quella giovanile è salita al 38%. Il 77% dei nuovi contratti sono atipici, cioè precari.
L’IMU incide mediamente su ogni famiglia per un importo totale di 250 euro annue.
Anche se con una breve panoramica su alcuni dati statistici, ci pare di avere ben evidenziato che l’IMU non può catalizzare la discussione politica attuale, che il perseverare su questo tema sia una grandissima presa per i fondelli! Togliere l’IMU danneggerà fortemente i comuni e diminuirà la qualità dei servizi da essi offerti. Favorirà invece i soliti noti, cioè chi ha le grandi proprietà. Infatti invece di IMU è arrivato il momento di parlare seriamente di “patrimoniale”, di redistribuzione della ricchezza? Il reddito da capitale ha superarto di molto quello da lavoro, in tutta risposta in Italia con i mille condoni si è ridotto fortemente il carico fiscale sui grandi patrimoni, basti pensare alla soppressione della tassa di successione. Inoltre in un Paese come il nostro, dove l’evasione fiscale ha raggiunto cifre da capogiro ( 120 miliardi di euro), c’è la necessità di un prelievo fiscale su beni difficilmente occultabili come sono appunto quelli immobiliari. Dunque se si deve parlare di eliminare l’IMU se ne parli in termini diversi (vedi per fasce di reddito) e con maggior cognizione di causa, evitando propagande ignobili, demagogie e proclami idioti. La povertà avanza e non sarà certo togliendo l’IMU che ci salveremo. Il perseverare sul tema dell’IMU denota la difficoltà di una classe dirigente inetta, strapagata, che non riesce più a dare risposte decisive al Paese, rispecchia anche la realtà di un’Europa neoliberista che mira a tagliare i costi sociali a beneficio della libera impresa e dei grandi capitali. Il mantra dunque è tagliare il costo del lavoro anche grazie al taglio delle tasse, oltre alla riduzione dei diritti, con la logica conseguenza di tagliare poi i servizi essenziali e gli ammortizzatori sociali, comprese le pensioni. Quindi un’Europa che promuove il mercato e la libera impresa a danno del benessere dei suoi cittadini, peccato che impoverendo sempre più i suoi cittadini si stia anche frenando fortemente l’impresa. Allora cosa accade veramente? Forse l’Europa che abbiamo immaginato è fallita da molto tempo, oggi il nostro continente è una terra di conquista per avventurieri finanziari, banchieri, che speculando sulle nostre vite, si arricchiscono a più non posso.
Un giorno forse ci ridaranno il lavoro, ma per un tozzo di pane, avendoci oramai privato dei nostri diritti, dei sindacati, avranno privatizzato la sanità, la scuola e l’ università. Avranno comprato per un soldo le nostre spiagge, il nostro mare, la nostra acqua, il nostro Paesaggio, i nostri Palazzi, i nostri ruderi, in breve la nostra Storia e il nostro futuro.
La USB si pone come alternativa a tutto questo, un alternativa a quei sindacati che supinamente negli anni hanno appoggiato “governicchi” che ci hanno derubato delle nostre risorse, dei nostri diritti, dei nostri servizi, sindacati complici che nel tempo si sono incardinati in sistemi partitici con chiari interessi politici. La USB chiede a tutti i lavoratori di iniziare a scegliere da che parte stare, senza più paura di schierarsi, perché il tempo è sempre meno, la disperazione sulle strade cresce e la paura con essa, non permettiamo che quest’ultima ci fermi.