Le recenti dichiarazioni del Presidente statunitense e dei Governi dell’ Unione Europea aggravano ulteriormente la guerra che insanguina la Siria con rischiose implicazioni internazionali. L’USB e la WFTU sono mobilitate contro la guerra e l’aggressione ai popoli del medio oriente. Il silenzio di fronte a questa escalation militare ci preoccupa e crediamo sia necessario riportare tra i lavoratori e tra il nostro popolo , la ferma condanna ad ogni guerra, tanto più se promossa e sostenuta da soggetti come USA, UE e Israele che hanno interessi diretti in Medio Oriente.
Se la prima vittima della guerra è la verità, anche i questa i mezzi di informazione sono entrati in azione per rafforzare le ragioni dell’opzione militare a scapito di qualsiasi soluzione del conflitto. Anche per la guerra in Siria occorre tenere un punto di vista coerentemente di classe, pacifista e indipendente per non soccombere alle informazioni belliciste e alle fake news. Storicamente le classi dirigenti di paesi come gli USA , la Francia e la stessa Italia utilizzano delle notizie, false o distorte per giustificare guerre umanitarie e legittimare le proprie politiche di rapina. Anche in questo caso Trump e Macron si dichiarano pronti a bombardare Damasco, nonostante che gli osservatori dell’ONU con il compito di verificare l’uso di armi chimiche in Siria non ne hanno registrato l’uso su Goutha . Tanto più che le milizie jiadiste si erano già arrese e avevano concordato l’evacuazione e non c’era nessuna convenienza politica e militare per il regime siriano di rischiare l’effetto boomerang.
Puntualmente ad ogni battuta d’arresto delle milizie jihadiste , corrisponde un irrigidimento da parte degli USA e dei loro alleati, mettendo a nudo che lo scopo non è la messa in sicurezza del popolo siriano ma la sostituzione del Governo Baathista con un regime più allineato e meno ostile.
La storia recente sta mettendo in luce il tentativo, della NATO e dei paesi del Golfo di ridisegnare a proprio interesse l’intera area mediterranea attraverso dei cambi di regime. Un processo che ha portato a strangolare le primavere arabe, a rafforzare l’occupazione israeliana della Palestina e del Golan, all'ulteriore tradimento verso il popolo curdo e a dividere paesi come la Libia e l’Iraq, anche utilizzando le milizie del Daesh e di Al Queida. In Siria questo processo è stato particolarmente sanguinoso a testimonianza della forza reale presente nel paese e dalle forze messe in campo a livello internazionale e regionale.
Il rischio è l’allargamento del conflitto ben oltre i confini della Siria e i soggetti direttamente coinvolti , coinvolgendo le forze regionali e internazionali in uno scontro che minaccia di essere al massimo livello militare.
L’italietta della classe dirigente è allineata e coperta con la NATO e con le mire colonialiste di Francia e Inghilterra e, al di là dell'ipocrita posizione del governo Gentiloni, come ben sappiamo ogni aggressione ai popoli del medio oriente non sarebbe possibile senza l'utilizzo delle basi NATO/USA sul territorio italiano, che, anche in questo caso, saranno concesse.
L’uso delle basi NATO e statunitensi in Italia come punti di appoggio e di partenza degli aerei e delle navi ci coinvolge direttamente e ci fa complici e conniventi dei nostri vertici militari e politici.
Si fa urgente la necessità di una mobilitazione contro questa ennesima escalation militare che, come tutte le guerre avrà ricadute pesanti sui lavoratori e sulla gente comune in termini di costi umani ed economici e, non dimentichiamolo, di democrazia. Con la stessa convinzione sosteniamo che il popolo siriano e i popoli del medio oriente devono poter decidere del proprio futuro fuori dalle ingerenze delle potenze straniere e da quelle neocolonialiste.
Unione Sindacale di Base
Aderente
alla FSM