Nonostante l’assenza di finalità sul piano organizzativo, la mancata condivisione del progetto col personale sanitario, l’inadeguata formazione e la mancata considerazione delle competenze digitali realmente possedute da chi svolge una funzione sanitaria, la Direzione Generale dell’Inail ha deciso, in maniera del tutto autoreferenziale, di far partire una nuova procedura informatica, affidata ad una ditta esterna tramite appalto, per la programmazione delle migliaia di visite per infortuni o malattie professionali che, quotidianamente, transitano nelle sedi INAIL di tutta Italia.
Un sistema farraginoso che non solo non risponde a nessuna delle esigenze organizzative più volte lamentate dal personale sanitario, sempre più impegnato in attività amministrative e sempre meno in quelle di cura, ma che complica la vita al già carente personale in servizio e ai cittadini.
Il conseguente aumento dei tempi di attesa per il malfunzionamento delle procedure, sommato all’aumento dei tempi di lavorazione delle pratiche sanitarie, esaspera un’utenza già provata da due anni di restrizioni delle visite a causa della pandemia, nonostante le aree sanitarie non abbiano chiuso un solo giorno garantendo, con tutti i limiti determinati dal contesto pandemico, la continuità assistenziale.
Inoltre, il fatto che la nuova procedura introdotta non comunichi integralmente con quella utilizzata fino ad ora fa sì che vengano persi moltissimi dati inerenti gli appuntamenti delle visite mediche con l’impossibilità di quantificare le presenze giornaliere e gettando così le sedi nel caos.
A tutto ciò la Direzione Generale risponde con un assordante silenzio, neanche uno straccio di comunicato al personale sanitario a parziale giustificazione del caos prodotto.
Noi non intendiamo essere complici di una dirigenza che non solo non valorizza le aree sanitarie, nonostante la necessità dovuta al notevole aumento di infortuni e malattie professionali in questo Paese, ma che evidentemente le sta spingendo all’inefficienza per poi magari cederle al privato.
D’altronde non serve molta immaginazione, basta osservare quanto è successo al Servizio Sanitario Nazionale negli ultimi 20 anni ed ascoltare il Direttore Generale parlare delle aree sanitarie come di “rami secchi”.
A tutela dell’utenza e dei lavoratori e lavoratrici, USB dichiara lo stato d’agitazione di tutto il personale sanitario INAIL che, in nessun modo, può essere ritenuto responsabile delle scelte dannose per il servizio pubblico operate da questa dirigenza.
USB INAIL