Il 23 giugno si è svolto l’incontro riguardante il monitoraggio delle misure atte a prevenire il contagio del virus Sars-CoV-2. L’Amministrazione in premessa ha illustrato tre specifici documenti tecnici riguardanti, l’attività esterna dei professionisti e tecnici Contarp, Cte e UOT, l’attività esterna degli ispettori e l’attività sanitaria. I primi due inviati alle OO.SS. prima dell’incontro, l’ultimo - sull’attività sanitaria - nel corso della riunione stessa.
I tre documenti, valido prodotto dello specifico Gruppo di lavoro, contengono indicazioni esaustive e chiare e sono stati sviluppati sulla base del documento tecnico generale del 4 giugno, a cui seguiranno ulteriori documenti specifici riguardanti i funzionari socioeducativi, il personale di Vigorso, Volterra, Lamezia Terme, i lavoratori della Tipografia… Il documento riguardante l’attività esterna degli ispettori sarà inviato anche a ITL e INPS in modo che possa rappresentare la guida per gli accessi esterni di tutto il personale ispettivo.
L’Amministrazione ha confermato la “specificità” dell’attuale lavoro agile in emergenza, che resterà la modalità ordinaria di svolgimento dell’attività lavorativa, almeno fino al 31.07.2020. Sappiamo però che sarà emanata a giorni una circolare della Funzione Pubblica sulla proroga del lavoro agile come modalità ordinaria, probabilmente fino al 31 dicembre.
Nel nostro intervento, abbiamo sottolineato che, come per il documento generale, sarà necessario assicurare l’applicazione in concreto delle indicazioni contenute nei documenti nelle singole realtà locali, garantendo soprattutto una adeguata e costante fornitura di dispositivi di protezione al personale impegnato nelle attività esterne.
Si è poi entrati nel vivo del confronto sull’andamento delle misure di prevenzione anti-contagio adottate nelle sedi Inail.
Sulla base delle informazioni acquisite da delegati e lavoratori presenti sul territorio, come USB PI Inail abbiamo rappresentato le problematiche emerse, in una situazione generale abbastanza omogenea, in cui si evidenziano singole disfunzioni locali, soprattutto riguardanti l’aspetto organizzativo del lavoro, da noi così riassunte:
- Appesantimento attività a causa di Dirigenti locali che richiedono agli operatori report addirittura quotidiani per misurare attività che sono largamente tracciabili nelle procedure.
- Difficoltà organizzative per il difficile coordinamento - in questa fase - tra l’attività svolta dal personale sanitario ed il personale amministrativo, per i sempre più frequenti e prevedibili accessi spontanei degli assicurati presso le aree mediche, con richieste anche di tipo amministrativo.
- Sportelli “settore prestazioni” aperti in maniera impropria e improvvida in alcune realtà locali, in contrasto con le disposizioni nazionali che prevedono la chiusura degli stessi e l’utilizzo dei canali telematici per l’erogazione dei servizi di sportello.
Abbiamo poi rilevato – in alcuni territori - lentezza nella distribuzione dei DPI, nella predisposizione della cartellonistica e nella rimodulazione delle vie di entrata e di uscita.
Nelle passate occasioni avevamo messo in guardia dal limitarsi a predisporre indicazioni generiche e non sufficientemente prescrittive, in modo da evitare fughe in avanti e sottovalutazioni. Abbiamo ribadito la richiesta di indicazioni certe e l’adozione di regole ancora più stringenti per l’attività all’interno delle sedi, che francamente ci saremmo aspettati, come lavoratori Inail, per la storia e la funzione e il ruolo che l’Istituto ha assunto in questo momento storico.
Manteniamo la nostra contrarietà sulla mancata adozione obbligatoria dei pannelli in plexiglas per tutti gli sportelli aperti al pubblico e la non obbligatorietà della misurazione della temperatura per chi accede agli uffici, peraltro superata nei fatti in moltissime strutture; abbiamo ribadito la necessità di uno stringente controllo sulle pulizie, che spesso non risultano diverse da quelle ordinarie e sulla manutenzione degli impianti di condizionamento, mediante l’adeguamento dei contratti con le ditte incaricate.
Rispetto a queste richieste riteniamo che in queste prime settimane di fase 2/3 si sia perso del tempo, ma ancora esiste un margine per recuperare, avendo presente che l’attuale apparente tranquillità epidemiologica non deve farci dimenticare che il virus è ancora presente e la diffusione continua senza sosta in tutto il mondo e che focolai si possono facilmente propagare anche nel nostro territorio.
Come USB abbiamo fin dall’inizio avuto chiaro l’obiettivo che il rientro dei lavoratori in sede debba avvenire in massima sicurezza.
L’Amministrazione ha auspicato a livello locale un continuo confronto con le OO.SS e le RSU, noi abbiamo ribadito che in materia di sicurezza nei luoghi lavorativi, al di là delle prerogative dell’ RLS e degli obblighi del datore di lavoro sull’aggiornamento del DVR, restano ferme le disposizioni del CCNL funzioni centrali: la materia della sicurezza e della salute è e deve essere oggetto di contrattazione (come previsto dall’art. 7 comma 6 (lettera K) e comma 7 del Contratto collettivo di lavoro). Questo abbiamo affermato e questo chiederemo sempre e in ogni sede.
Roma 24 giugno 2020
USB PI Inail