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Comunicati Stampa

INCIDENTE ILVA: USB PRESENTA ESPOSTO, FERMARE ALTOFORNI 2 E 4

Roma,

Un altoforno si può riparare o ricostruire, la vita umana no

A seguito del grave incidente all’Altoforno 2 dell’Ilva di Taranto, che ha provocato la morte, dopo quattro giorni di agonia, dell’operaio Alessandro Morricella, l’USB dell’Ilva ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Taranto in cui, in attesa delle giuste contromisure a protezione e salvaguardia della salute dei lavoratori,  chiede la fermata immediata degli Altoforni 2 e 4.

 

L’ otto giugno scorso, immediatamente dopo l’incidente, sono intervenuti i tecnici dello SPESAL Taranto incaricati delle verifiche del caso, il cui verbale - evidenzia l’esposto -  “da un lato ‘ordina’ al responsabile di “evitare pericolose esposizioni del personale alla proiezione di metallo fuso durante la fase di colaggio dell’altoforno”, dall’altro non dà indicazioni di fermata dell’altoforno e concede 60 giorni ad ILVA per ottemperare  alle  prescrizioni stesse”.

 

Una prescrizione contraddittoria, secondo l’USB Ilva, che spiega: “È noto a tutti che è in corso l’attività di indagine atte a verificare le cause che hanno portato al tragico evento, così come è noto a tutti che gli stessi addetti ai lavori, ingegneri, maestri, colatori, tecnici, ecc, non riescono a spiegare, pur avendo esperienze più che decennali, le cause che hanno portato alla reazione che ha prodotto il getto di ghisa che ha investito Alessandro. Tutti però sono concordi sul fatto che bisogna creare una protezione, che consenta in caso di reazione di contenere le eventuali fuoriuscite o fiammate di ghisa, limitando così l’esposizione dei lavoratori alle stesse. Precisiamo, tra l’altro, che l’Altoforno 5 è l’unico Altoforno munito di tale sistema di protezione, che è denominato ‘COVER’, e che gli AFO 1-2-4 ne sono sprovvisti”.

 

“È bene ricordare - evidenzia l’esposto dell’USB - che il prelievo della temperatura è solo una delle operazioni che i lavoratori svolgono durante la fase di colaggio. Quindi  è certo che l’elemento di rischio di ‘proiezione di metallo fuso incandescente durante la fase di colaggio’ non è ancora scongiurato, ed è altresì chiaro che in circostanze come questa, di cui ancora oggi non siamo in grado di  determinare le cause e quindi la loro rimozione,  potremmo quantomeno immediatamente  limitarne gli effetti proteggendo da subito i lavoratori”.

 

In conclusione, il fermo degli Altoforni 2 e 4  viene chiesto dall’USB: “Coscienti del fatto che ciò provocherebbe grosse ripercussioni sulla marcia di tutto lo stabilimento ma fermamente convinti che un altoforno si può riparare o ricostruire, mentre la vita umana no”.