Ieri alla presenza del Direttore Occhiuzzi si è svolto un altro incontro a carattere tecnico e sindacale per definire il modus operandi del tavolo tecnico sulla formazione.
USB ha preso la parola augurandosi che ci sia la volontà non solo a parole di ascoltare il contributo tecnico che noi lavoratori porteremo al tavolo tecnico, che non sia dunque un’ occasione sprecata, come già avvenuto in passato su altri tavoli tecnici, che sono serviti solo da alibi all’amministrazione per poter poi avvallare le proprie disposizioni scritte in precedenza.
La USB è consapevole del valore strategico della formazione, che non si ferma al corso di ingresso ma deve durare tutta la vita lavorativa del vigile del fuoco. Formazione e mantenimento un binomio indissolubile, proprio quest’ultimo, il mantenimento, è l’aspetto più critico, infatti la circolare sui re training dello stesso Occhiuzzi è puntualmente disattesa, vuoi per mancanza di risorse, vuoi per carenza di organici. Quando si riesce a fare, è solo grazie alla volontà dei pochi istruttori e alla pazienza dei singoli lavoratori che si “prestano” a recuperare ore fuori turno. Questo avviene chiaramente dove i mantenimenti sono previsti, pena la sospensione o decadenza dalla specialità, ma incredibilmente esistono ambiti quale quello NBCR, dove i mantenimenti per quanto previsti non si fanno e non c’è sospensione o decadenza dal ruolo, con conseguenze dal potenziale devastante visto l’ambito d’azione. Necessario un ripensamento di tutto l’impianto di formazione e mantenimento, andando a rivedere manuali e circolari, alcuni scritti più di quindici anni fa, indispensabile dunque il coinvolgimento dell’emergenza, a questo proposito abbiamo chiesto che sia presente nelle future riunioni anche il direttore dell’emergenza.
Abbiamo come USB ritenuto necessario fare un passaggio sugli istruttori, colonna portante di tutto l’apparato della formazione, c’è la necessità di aumentarne il numero, a tal proposito abbiamo chiesto le piante organiche aggiornate per regione degli istruttori professionali e di settore. L’amministrazione deve a questi uomini molto, perché chi oggi fa formazione nel Corpo Nazionale lo fa per vocazione non certo per calcolo economico, visto i magri, per non dire ridicoli, incentivi, che non solo non riconoscono la professionalità, ma addirittura sono a somma negativa se confrontati alle indennità di turno e agli incentivi del FUA. Incentivi frutto di un accordo sperequativo che USB non ha firmato. Come se non bastasse, l’amministrazione inoltre ha da poco licenziato una circolare nella quale si indica una modalità di chiamata degli istruttori non accettabile, cioè gli istruttori saranno nominati dall’amministrazione centrale o dalle direzioni al bisogno, se l’istruttore non sarà disponibile dovrà presentare una giustificazione scritta che motivi l’impedimento. Troviamo questo modo di agire irrispettoso e lesivo dei diritti dei lavoratori, abbiamo dunque chiesto di rivedere la circolare in questione e di iniziare ad avere atteggiamenti propositivi e non impositivi verso una componente che spesso si spende, lo ribadiamo, oltre i propri doveri per permettere una formazione di qualità all’interno dei vigili del fuoco. L’unica cosa che l’amministrazione ha introdotto per “imbonire” gli istruttori è stata quella di pensare alla creazione di un albo, come se questo fosse in qualche modo premiante per i lavoratori. La USB ritiene l’istituzione di un albo l’ennesimo tentativo di questa amministrazione di frammentare la categoria in tanti piccoli pezzi, così da meglio “comandarla”.
Arriviamo alla formazione d’ingresso del vigile del fuoco: molte le materie che negli anni l’amministrazione ha messo nei vari pacchetti didattici, troppe, per i mesi (cinque) di corso. Si è dunque richiamato l’attenzione alle funzioni primarie dei vigili del fuoco, che non sono solo le specialità ad alta professionalità che l’amministrazione tanto sponsorizza, ma c’è la necessità di avere una manualità che serve nell’ordinario, manualità che negli anni si è persa, visti i nuovi criteri d’ingresso che non tengono più conto dei mestieri. Fondamentale incrementare l’addestramento sulle attrezzature, come fondamentale è aumentare la conoscenza dei mezzi speciali, non solo per gli autisti ma anche per i vigili. Maggiore dovrà inoltre essere la formazione sugli incendi in ambiente confinati e incendi che coinvolgono mezzi a propulsione ibrida. Per fare questo è importante avere sezioni poco numerose, ma l’amministrazione ha pensato a sezioni da 40/42 allievi, in netto contrasto da quanto previsto dal dl 81, che prevede classi di massimo 35 lavoratori. Si è anche discusso sull’opportunità o meno di una formazione centralizzata: noi come USB crediamo nella formazione presso i poli didattici da integrare con quella centrale così da poter usufruire di particolari impianti, confidando nel fatto che quello che garantisce la standardizzazione non è il luogo dove si svolge il corso, ma la formazione e qualità degli istruttori che trasmettono i vari pacchetti didattici.
Infine sul tavolo avevamo la bozza sul progetto SAF “basico”, progetto ambizioso di dubbia attuazione, sicuramente nei numeri che l’amministrazione vorrebbe raggiungere, cioè il totale degli operativi, in breve dare a tutti il livello 1b, impensabile, non solo per i tempi, ma anche per le capacità individuali ed età anagrafica dei lavoratori.
Abbiamo solo discusso a carattere generale delle questioni all’ordine del giorno, ora ci aspettano altri incontri, speriamo proficui, che saranno di volta in volta mirati su un determinato argomento, il 21 dicembre l’incontro verterà proprio sulla bozza SAF “basico” e “avanzato”.
Vi terremo aggiornati di volta in volta.